Petrolio dell’Isis alla Saras: la Gdf acquisisce documenti a Sarroch
A confermarlo è la stessa Saras in un comunicato in cui si garantisce piena collaborazione e fiducia nell’attività investigativa
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"Su mandato della Procura Distrettuale di Cagliari, nell'ambito delle indagini relative all'acquisto di grezzo di origine curda, già rese note nei comunicati stampa della società dell'8 e 9 ottobre 2020, la Guardia di Finanza ha effettuato un'acquisizione di documentazione relativa al modello organizzativo e ai verbali dell'organismo di vigilanza di Saras, presso la sede di Sarroch (Cagliari)”.
È quanto rende noto la Saras stessa in un comunicato, nel quale si aggiunge che l’azienda "ha come sempre fornito piena collaborazione alle indagini e ribadisce l'assoluta fiducia nella rapida attività dell'autorità giudiziaria, volta a chiarire prontamente la posizione della società in merito all'iniziativa investigativa".
Secondo il quadro descritto nell’ottobre 2020 dai pubblici ministeri Danilo Tronci e Guido Pani il petrolio partiva dal Medioriente, attraversava i territori devastati da jihad e Isis, solcava il Mar Mediterraneo e approdava sulle coste di Sarroch, dove si trova la Saras. Per l'acquisto di petrolio non commercializzabile (perché non venduto attraverso i canali regolari: c'era una guerra in corso), venivano sborsate centinaia di milioni di euro per comprare altrettante tonnellate di greggio a prezzi di saldo.
Il denaro, sempre secondo le ricostruzioni, veniva poi intascato e utilizzato dai venditori per finanziare la guerra in corso tra l'Isis, i curdi e il governo legittimo di Baghdad.
(Unioneonline/v.l.)