Militare a Teulada, ucciso dall’amianto: maxi risarcimento e vitalizio alla vedova
Francesco Maria Cairo esposto al materiale killer durante la naja tra ‘68 e ‘69. A distanza di decenni, e dopo la morte, condannato il ministero della Difesa: deve versare 285 mila euro una tantum e 2000 al mese. Ma lo Stato impugna il verdettoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ha fatto la naja nella Scuola della Motorizzazione alla Cecchignola, poi al Centro Addestramento Unità Corazzate di Capo Teulada. Francesco Maria Cairo è morto nel 2022 all’età di 71 anni a causa di un mesotelioma pleurico provocato dall’esposizione all’amianto, avvenuta durante il servizio militare tra luglio 1968 e settembre 1969.
Ora un tribunale lo ha riconosciuto “vittima del dovere”: ha condannato il ministero della Difesa a garantire alla vedova i benefici previdenziali, per un importo complessivo di 285mila euro, oltre a un vitalizio mensile di 2mila euro.
«Francesco Maria Cairo, lombardo, si sentiva tradito dallo Stato come uomo, cittadino e militare perché, nell’assolvere un dovere, si è gravemente ammalato e, pur consapevole di dover morire, era determinato ad ottenere i suoi diritti. Finalmente giustizia per un uomo valoroso»: è il commento sul verdetto dei giudici di Milano dell’avvocato Ezio Bonanni, che ha portato avanti la causa per conto della donna, in rappresentanza dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona).
Numerose testimonianze hanno confermato che Cairo operava in ambienti saturi di amianto. Nei carri armati, nei locali tecnici e persino nei guanti ignifughi: il materiale altamente nocivo risultava onnipresente. La diagnosi di mesotelioma pleurico è arrivata nella primavera del 2019, quando il settantunenne ha scoperto di essere stato esposto senza alcuna protezione durante il servizio militare.
Cairo aveva scelto di affidarsi all’Osservatorio Nazionale Amianto e all’avvocato Ezio Bonanni, con l’obiettivo di ottenere il riconoscimento ufficiale dei propri diritti. Nel febbraio del 2022, un peggioramento improvviso della malattia lo ha portato alla morte mentre il processo era ancora in corso. La vedova, quindi, ha proseguito la battaglia legale fino alla sentenza definitiva.
«L’istruttoria del giudizio ha confermato senza ombra di dubbio l’esposizione dell’ex militare all’amianto durante il servizio di leva», ha dichiarato l’Ona.
Sebbene la sentenza risalga allo scorso anno, la vicenda è tornata alla ribalta perché il ministero della Difesa ha presentato opposizione poco prima della scadenza dei termini.
La storia di Francesco Maria Cairo, nato a Lamello e residente a Segrate con la sua famiglia, rappresenta un esempio di coraggio e determinazione, si legge nella nota dell’Osservatorio. «Purtroppo, il suo percorso lo ha portato inconsapevolmente verso un destino drammatico».