Ha capito subito che quell’area, in località Piscina Longa, era perfetta per il suo nuovo progetto, la “Fattoria molto sociale”. Ma neanche nei suoi sogni più ottimistici, Ugo Bresanello, anima di Domus de Luna, avrebbe potuto immaginare che quel luogo sarebbe potuto diventare una sorta di polo rurale della solidarietà. Perché, appena ha messo piede nella campagna di Uta, ha scoperto che, grazie ai vicini, il suo progetto sarebbe potuto diventare ben più grande.

A convincerlo a buttarsi in questa nuova avventura Cinzia Cadeddu che, in terreno vicino, alleva cani. No, non i soliti animali da compagnia ma cani in grado di aiutare i loro proprietari. «Il mio golden retriver», racconta, «con il suo fiuto è in grado di individuare un malato di Covid-19. Niente di particolarmente strano: ci sono cani addestrati per riconoscere alcuni tipi di tumori. Altri, ancora, che riescono a prevedere con una ventina di minuti d’anticipo le crisi epilettiche e consentono, dunque, prevenire effetti negativi».

L’idea di creare un centro di addestramento per cani è piaciuta immediatamente a Bressanello. Il quale, ovviamente, ha allargato il target. «Inizialmente», aggiunge, «addestreremo cani che siano in grado di fare queste cose. Ma, quando ho scoperto che soltanto un terzo delle domande per cani per ipovedenti viene soddisfatta, ho pensato che potremo puntare anche su quello». Non sarà facile dal momento che, per addestrare quei cani, serve molto tempo. Il sostegno In quel terreno ci sono due edifici e undici serre. Le cose da fare sono tantissime. «Creeremo un centro diurno per le disabilità psichiche», aggiunge. Problemi che devono fare i conti con uno stigma sociale.

«Eppure, sono tantissime le famiglie che devono fare i conti con questi problemi: ci sono gli hikikomori, i ragazzi che si autorecludono in casa, i tanti giovani che fanno i conti con i disturbi alimentari. Persone che hanno bisogno di essere seguite e aiutate», aggiunge Alessandro Soddu, l’ingegnere che sta aiutando Bressanello in questa impresa.

In quei sei ettari si possono fare tante cose. Ma il caso ha voluto che Bressanello si ritrovasse un “vicino” di casa speciale, don Gianmarco Casti, parroco di Decimoputzu. Dopo aver creato cooperative sociali a Silius e a Goni, è tornato dalle sue parti e si è potuto dedicare ai trenta ettari che appartengono alla sua famiglia. Un terreno che confina con quello di Domus de Luna: Bressanello e Casti parlano frequentemente, l’obiettivo è realizzare qualche progetto insieme.

D’altronde, gli obiettivi sono comuni: entrambi puntano a recuperare i giovani che, per una ragione o per l’altra, vivono situazioni di disagio. Ci sono spazi dove davvero si può fare tanto. «Questo», riprende Soddu, «è un territorio che può essere recuperato per tante altre cose. C’è, per esempio, la diga vicina: potrebbe diventare un attrattore turistico». E, visto che siamo in campagna, non si può certo sorvolare sul fatto che gli spazi possano essere dedicati anche alla coltivazione e all’allevamento. «Non a caso», aggiunge Bressanello, «la terza cosa che intendiamo fare è produrre materie prime per le nostre comunità e per le realtà come la Locanda dei buoni e cattivi». Il latte, le uova e le verdure finiranno con l’arrivare proprio da Uta. «E poi», ciliegina sulla torta, «nel terreno c’è una piccola fonte di acqua termale».

Un progetto che entusiasma. Anche chi non ne è coinvolto direttamente. «Non vedo l’ora che inizino», sospira Elio Congiu che, da una vita, si occupa del suo terreno, confinante con quello di Domus de Luna. 

Congiu dovrà attendere un po’ di tempo. Perché quel terreno, sostiene Bressanello, «è stato maltrattato da un’agricoltura di rapina». In effetti, c’è ancora tanto da lavorare in quell’area. Giorno dopo giorno, vengono raccolte quantità enormi di spazzatura. Addirittura, fanno mostra di sé le corte catene a cui venivano legati i cani e i tubi che rappresentavano il loro giaciglio.

Ma la “Fattoria molto sociale” nascerà e rilancerà quella parte del territorio comunale di Uta. Anche per questa ragione il progetto di Domus de Luna piaccia a tutti. Anche al sindaco Giacomo Porcu. «Per tanti motivi», puntualizza. Intanto, la “Fattoria molto sociale” porta sotto i riflettori il paese di Uta. «E poi potrà fornire un importante sostegno a quelle famiglie del territorio che, appunto, devono fare i conti con il disagio psichico dei propri figli». Naturalmente, di questi tempi non può non passare sotto silenzio un altro aspetto. «Tutte le attività che hanno sede nel paese possono potenzialmente creare nuovi posti di lavoro». Ma a piacere a Porcu è soprattutto il fatto che questo progetto arriva da Domus de Luna. «Non posso che essere entusiasta davanti a investimenti che hanno ricadute sul sociale». 

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