È l’omaggio al fratello che non c’è più, tra nostalgia e orgoglio, e il tributo collettivo di amici e colleghi nel ricordo di percorsi professionali comuni e momenti trascorsi insieme. Il giornalista Jacopo Onnis dedica al fratello Luigi “Le voci degli altri. Luigi Onnis, la mente e il cuore” pubblicato da Aipsa. Il libro viene presentato, giovedì 22 febbraio, alle 18, alla Comunità “La Collina” a Serdiana. Oltre all’autore, intervengono le psicologhe Jessica Lampis e Roberta Speziale. Luigi Onnis, Gigi per tutti, cagliaritano, neuropsichiatra e psicoterapeuta familiare, docente all’Università “La Sapienza” a Roma, morto nel 2015 all’età di 71 anni, si è dedicato con generosità e competenza al miglioramento dei servizi dedicati alla salute mentale. Un lungo e appassionato impegno per il cambiamento della “cultura dei servizi” in un campo delicato, che richiede energie straordinarie e sensibilità, in cui occorre fare i conti con lo stigma che da sempre accompagna la patologia psichiatrica.

La copertina del libro dedicato a Onnis dal fratello Jacopo
La copertina del libro dedicato a Onnis dal fratello Jacopo
La copertina del libro dedicato a Onnis dal fratello Jacopo

Le voci degli altri

«C’è in Gigi – scrive il fratello Jacopo – la consapevolezza che esista una profonda valenza etica in una concezione dell’individuo umano che non è senza l’altro, che ha bisogno dell’altro, che si nutre dello sguardo dell’altro». Il rapporto con gli altri, uno slancio umanissimo e disinteressato, è il filo che unisce le molteplici esperienze di Gigi Onnis, una naturale inclinazione, il suo modo di essere. Nell’opera viene sottolineato il suo contributo allo sviluppo della terapia familiare.

Il ricordo del “maestro” Luigi Cancrini: «Il modo non direttivo, tutto centrato sulla espressione delle emozioni e sulla empatia tra i membri della famiglia e poi con il terapeuta è, secondo me, l’eredità più importante che Gigi ha lasciato nella storia della terapia familiare». Di rilievo la sua “militanza” nel contesto della comunità “La Collina”, dove dal 2005 al 2015 ha accompagnato la formazione e la crescita professionale degli operatori.  «Come esperto di umanità – ricorda Ettore Cannavera, “architetto” della casa di accoglienza nelle colline di Serdiana -  ci guidava nel comporre le nostre diversità nell’ottica esclusiva dell’analisi/comprensione del ragazzo verso un cammino di emancipazione che, abbattendo i “muri del silenzio” e andando “oltre le sbarre” , solo in comunità poteva avvenire».  

Il fratello Jacopo e tutti quelli che hanno conosciuto Gigi Onnis si ritrovano in queste parole: «L’umanità è la grande eredità che ci ha lasciato. La sua è stata una grande lezione: di terapia e di vita».

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