"Scusate, non sto bene”. Sono state queste le ultime parole di Tonino Meloni, 72 anni, vicesindaco di Quartucciu sino a pochi giorni fa (e sindaco nel 1988 e nel 1997) e morto stroncato da un infarto in quell'Aula che frequentava dal 1983 e dove ha combattuto tante battaglie per la sua città. 

Storico esponente del Partito socialista e da due settimane tornato tra i banchi dell’assemblea cittadina come consigliere di lista civica, aveva appena preso la parola durante la seduta del Consiglio comunale per discutere il secondo punto all'ordine del giorno, quello sulla convenzione con i comuni di Maracalagonis, Castiadas e Villasimius, quando ha avuto il malore.

Si è seduto, accompagnandosi con le mani al banco, poi si è subito accasciato.

I consiglieri hanno provato a soccorrerlo e hanno subito chiamato il 118. Fino all'arrivo dell'ambulanza a rianimarlo ci hanno provato due agenti della polizia municipale insieme al consigliere Gianni Pistidda. Prima è arrivata l'ambulanza Providence e poi la medicalizzata, ma per Tonino Meloni non c'è stato nulla da fare.

Della famiglia il primo ad arrivare è stato il fratello Augusto insieme ai due figli che vivono a pochi passi dal palazzo di via Nazionale. Poi il figlio Giovanni, l'altro fratello, le sorelle e gli amici più stretti: Gianni Manis, Pierpaolo Campus e Enrico Porcu. Increduli, si sono abbracciati. Poi hanno sfogato tutta la loro rabbia verso chi, secondo loro, lo avrebbe tradito.

"Lo avrete sulla coscienza, siete dei traditori: ora non potete fare finta di niente”, le parole di uno dei nipoti e dall'amico Campus. Tonino Meloni era stato messo da parte da quello stesso gruppo, "Impegno e rinnovamento", di cui faceva parte fino a qualche settimana fa ricoprendo il ruolo di vicesindaco e assessore all'urbanistica.

(Unioneonline)

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