Guanti, scarponi e metal detector. «Ci abbiamo provato. Missione fallita». Paolo Soletta, uno dei responsabili dell’istituto nazionale di Astrofisica di Cagliari, ha guidato un manipolo di persone che sabato mattina è andato ad Armungia alla ricerca del meteorite caduto tre giorni fa. Tutto vano. Peccato.

La squadra

Appuntamento alle 7,15 con Marco Cinelli, Gianfranco Atza, Paolo Cuscusa e Giorgio Falchi dell’associazione “Sos Metal Detector Nazionale Oggetti Smarriti” per la caccia al frammento cosmico che dovrebbe essere grande come una pallina da ping pong, composto in ferro e (forse) anche in nichel e che è rimasto tale: smarrito appunto, praticamente introvabile.

Le ricerche

«La zona nella quale dovrebbe essere caduto il meteorite – spiega Paolo Soletta- è troppo impervia, un costone e un torrente in secca avvolti da una vegetazione impenetrabile di macchia mediterranea: lentisco, mirto, roverella, cisto che non costituiscono un vero e proprio bosco ma avvolgono il terreno. Niente da fare, a questo punto ci arrendiamo: non penso che organizzeremo altre campagne di ricerca».

La zona

La rete di telecamere “Prisma”, puntate 24 ore al giorno sui cieli, ha segnalato che il meteorite di Armungia potrebbe essere caduto in una zona di circa 32 ettari non lontana dall’abitato. «Con i nostri metal detector – dice Giorgio Falchi, uno dei volontari – abbiamo perlustrato 16 ettari, i più facilmente raggiungibili, attraverso un percorso vicino ai sentieri e al letto del torrente. Eravamo in contatto visivo e radio, chiunque avesse avvistato una pietra sospetta avrebbe dovuto avvisare gli altri e soprattutto Paolo Soletta dell’Istituto di Astrofisica, con il quale collaboriamo da anni su scala nazionale».

L’esperto

Manuel Floris, responsabile scientifico del Planetario dell’Unione Sarda, sta seguendo quanto è accaduto sui cieli del Gerrei. «Si tratta di un fatto raro, in Sardegna ricordo solo due precedenti che risalgono agli anni 50, uno a Sestu, l’altro nel Nord dell’Isola. Sarebbe interessante dal punto di vista scientifico, analizzare il meteorite arrivato in Sardegna, soprattutto in questa fase, quando non è stato ancora contaminato dagli agenti atmosferici trovati nel pianeta Terra. Ma ritrovarlo nelle campagne del Gerrei sarebbe veramente un’impresa, un evento». Poi l’avvertimento: «Una piccolissima parte del meteorite - dice Manuel Floris – potrebbe essere radioattiva, se qualcuno dovesse trovarlo, è bene non toccarlo e avvisare subito gli esperti».

La bonifica

Non è stata una giornata improduttiva quella trascorsa sabato nelle campagne di Armungia. Grazie all’utilizzo dei rilevatori di metallo è stata ripulita dai metalli pesanti la zona del letto del torrente. «Abbiamo trovato quatto chili di ferraglia – dice Giorgio Falchi – vecchie pentole, lattine, tappi di bottiglie, qualcuno addirittura risalente a oltre mezzo secolo fa». Cinque ore di ricerca e di raccolta sino a mezzogiorno e mezza. Poi i volontari e gli esperti arrivati da ogni angolo dell’Isola si sono arresi: il meteorite è quasi introvabile e si sapeva. «Missione (quasi) impossibile, ma tentare era doveroso», chiude Paolo Soletta.

Paolo Carta

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