Esterzili e il rito dei fiori: il paese che non dimentica i suoi caduti
A realizzarli oggi sono Maria Boi, 84 anni, la più anziana del gruppo, insieme alle sorelle Gianna e Maria BoiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il 4 novembre, come in tanti altri luoghi d’Italia, anche a Esterzili, si celebra la commemorazione dei Caduti in Guerra. Ma qui, a differenza di tanti altri centri, ogni anno si assiste a un rito profondo, fatto di memoria, dolore e unione. È un appuntamento che risveglia la storia: una comunità intera che si raccoglie a “Genn’idda”, davanti al monumento dedicato ai suoi figli partiti per il fronte e mai rientrati, lasciando alle loro spalle solo un vuoto che i decenni non hanno saputo colmare.
Per un’ora, il paese si ferma. Ciascuno abbandona il proprio lavoro, sospende le attività e si unisce al corteo silenzioso, dove ogni volto racconta una storia e una perdita. Davanti al monumento, i nomi dei caduti vengono scanditi uno a uno, quasi a farli rivivere, ricordando il giovane che erano, il fratello, l’amico: un ricordo intriso del dolore delle madri e delle mogli che non hanno mai smesso di aspettare.
Al centro della cerimonia, la corona di fiori è l’elemento più eloquente: non si tratta di un semplice omaggio, ma di un simbolo, un atto comunitario in cui ciascun fiore ha una sua storia. A Esterzili, infatti, i fiori non si comprano, ma provengono dagli orti e dai giardini del paese, coltivati e donati con cura da chiunque possa contribuire. È un dono collettivo che suggella il senso di appartenenza: il dolore è condiviso, così come il ricordo. Solo se la stagione è stata avara, si ammette un’eccezione, e allora ogni famiglia sente il dovere di partecipare con una piccola offerta.
A realizzarli oggi sono Maria Boi, 84 anni, la più anziana del gruppo, insieme alle sorelle Gianna e Maria Boi, che hanno ereditato questo “compito” dalla nonna Maria Teresa Dessì, e alla fioraia del paese, Elisabetta Loi. Prima di loro, altre mani hanno portato avanti la tradizione: Pasquala Lai, Esterina Boi, Emanuele Spano, solo per citare alcuni dei nomi che il paese non dimentica.
Nei primi anni del secondo dopoguerra, quando i fiori freschi non erano ancora disponibili, la corona veniva realizzata in via Roma con fiori di carta, colorati a mano, nella speranza che un giorno anche la natura di Esterzili potesse contribuire al rito.