Si risparmia sui sistemi di protezione, si tagliano risorse alle attività degli ispettori e degli enti incaricati di prevenire e reprimere i comportamenti «scorretti» delle imprese.

La tragedia di Elmas è l’esempio lampante delle «storture di un sistema economico e di un modello di produzione che considerano salute e sicurezza come costi da tagliare anziché investimenti». Un sistema che «scarica» le sue storture «sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici che costruiscono la ricchezza della Sardegna».

A parlare è il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante. Il sindacato esprime «dolore e sconforto» per l’ennesimo incidente sul lavoro costato la vita a Stefano Deiana, mentre il suo collega, Abdoulaye Lo, è rimasto ferito.

«Ciò che è avvenuto oggi in un’impresa artigiana deve richiamare l’attenzione su un comparto dove troppo spesso si sceglie di lesinare risorse proprio su ciò che invece sarebbe da potenziare», aggiunge la segretaria della Cgil Cagliari Simona Fanzecco sottolineando «l’urgenza di investire su formazione e prevenzione, valorizzare il ruolo dei Responsabili dei lavoratori per la sicurezza aziendali e territoriali, intensificare i controlli degli organismi ispettivi».

Video di Massimiliano Rais 

In attesa che venga fatta chiarezza sulla dinamica dell’accaduto, la Cgil Sardegna e di Cagliari chiedono «azioni concrete perché la si smetta una volta per tutte di piangere vittime e incidenti che si possono evitare».

«Chiediamo – si legge nel comunicato – che vengano rispettati gli impegni su salute e sicurezza nel lavoro contenuti nel Patto di Buggerru siglato dai sindacati e dalla presidente Todde lo scorso 4 settembre in occasione della cerimonia in ricordo dell’eccidio del 1904», ha detto il segretario Durante.

(Unioneonline)

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