Inaspettata sorpresa di fine anno scolastico per le famiglie della scuola dell’Infanzia di via Temo a Elmas. La dirigente scolastica ha comunicato l’adozione, per il prossimo anno scolastico, della divisa in sostituzione del tradizionale grembiule. Una spesa esosa a cui mamme e papà dicono no.

Con una circolare datata 14 giugno la dirigente del Comprensivo “Monsignor Saba”, Rossana Montisci, ha informato i genitori degli alunni che «il Consiglio di Istituto, con delibera numero 155 del 17 maggio 2024, ha deliberato di approvare, all’unanimità, l’adozione della divisa scolastica per gli alunni della scuola dell’infanzia, in sostituzione del grembiule». L’uniforme dovrà essere composta da una maglietta gialla, con logo della scuola blu grande al centro, pantaloni blu notte e felpa della giacca con zip e cappuccio blu notte con logo bianco della scuola. La circolare, giunta un mese dopo la delibera, ha chiuso l’anno scolastico lasciando l’amaro in bocca alle famiglie.

Costi a carico

La maggioranza dei genitori ha reagito sottoscrivendo e inviando una lettera di protesta alla dirigente scolastica, all’Ufficio pubblica istruzione del Comune e all’Ambito scolastico territoriale di Cagliari. «Ci hanno imposto l’utilizzo di una divisa che parte da un costo base di 40 euro», testimonia Federica Saba, 38 anni, madre single di due bambini: «Con i relativi cambi la spesa totale a bambino ammonterebbe intorno ai 100 euro. Ci hanno detto che sarebbe stata più economica rispetto a un grembiule. Falso: coi grembiuli si spende al massimo 30 euro con tanto di cambi per tutto l’anno. Inoltre non vengono forniti contributi alle famiglie con problemi economici».

I genitori osservano che la scuola è pubblica e deve garantire accessibilità e inclusività a tutti i bambini e suggeriscono, nel caso non venga rivista la decisione, che l’istituto o il Comune si facciano carico almeno parzialmente del costo delle divise o mettano in atto un sistema di supporto per le famiglie meno abbienti. Chiedono inoltre che venga fatto un solo ordine a un unico fornitore in modo da abbattere tempi e costi.

Il Comune

«La novità – fa presente l’assessora alla Pubblica istruzione, Fabiola Nucifora – è stata introdotta dall’istituto comprensivo che gode di autonomia e potere decisionale nell’organizzazione e nella gestione della sua attività. Ciò detto, ci confronteremo con la scuola per un eventuale supporto, con la certezza che gli organi scolastici terranno conto di tutte le esigenze delle singole famiglie».

Il Tar di Lecce nel 2018 ha ritenuto l’obbligo di uniforme a scuola illegittimo e penalizzante per chi non potesse permettersela.

Sara Saiu

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