Prima le messe in streaming, poi la via Crucis: don Alberto Pistolesi, vittima del tragico incidente a Quartu, non si era fermato neppure quando la pandemia aveva imposto anche la chiusura delle chiese con le messe in presenza vietate. Aveva trovato la collaborazione  di Mario Cocco, reporter di Sinnai (con i Servizi stampa audiovisivi) per portare nelle case via internet anche i riti pasquali del 2020. Come appunto la via Crucis. Davvero tutto insolito anche per don Alberto, lui abituato a fare tutto in mezzo alla gente. Si andò avanti per mesi con la gente che da casa seguiva tutto.

"Spero stiate riuscendo a resistere in questo tempo di grande sacrificio - aveva detto durante una delle sue omelie in solitudine -. Il mio pensiero è sempre rivolto ai tanti casi non semplici che una situazione così particolare può solo acutizzare. Ci possono essere anziani più soli, famiglie in difficoltà per il lavoro, gli ammalati e i nostri fratelli con particolari handicap, i bambini e i ragazzi costretti in piccoli appartamenti".

Ed anche fra le mille difficoltà di quei giorni, don Alberto collaborava con le vincenziane che avevano creato tre piccole squadre per aiutare i più bisognosi. C'era chi lavorava da casa ricevendo le chiamate di aiuto. Una seconda squadra era in sede per preparare le spese e una terza piccola squadra portava la spesa e i beni di prima necessità direttamente a domicilio. L'invito di don Pistolesi in quei giorni era sempre lo stesso: “Chi ha necessità contatti la parrocchia per qualsiasi necessità”.

© Riproduzione riservata