Ci sono da posare i cavi di polo e di elettrodo. Perché il Tyrrhenian Link deve arrivare dalla Sicilia alla Sardegna (e trasportare la corrente in senso inverso). Per questo la Capitaneria di Porto di Cagliari ha emesso un’ordinanza di interdizione dello specchio di mare davanti a Terra Mala, costa di Quartu:  fino al 31 luglio andranno avanti i lavori di bonifica sistematica da ordigni bellici del fondale sul quale verrà posato l’elettrodotto di Terna che consentirà di esportare l’energia elettrica prodotta dagli impianti eolici e fotovoltaici programmati in tutta la Sardegna. 

L’intervento di ricognizione verrà effettuato dalla Sub service Srl di Mogoro, società specializzata che mette i suoi sommozzatori a caccia di eventuali bombe, più o meno recenti, nella zona sulla quale interverranno le ditte incaricate da Terna per la realizzazione della contestatissima opera da 1,9 miliardi di investimento. 

Il provvedimento della Guardia costiera riporta con esattezza le coordinate dell’area di azione e invita diportisti e cittadinanza a stare almeno a 50 metri di distanza dagli operatori.

Le procedure per il Tyrrhenian Link vanno avanti, nonostante le proteste da questa parte del mare.  

Solo due giorni fa il comitato che si oppone al cavo e alla speculazione energetica nell'Isola  ha depositato un'istanza indirizzata al Consiglio Comunale di Quartu e al sindaco, Graziano Milia, «affinchè si proceda ai sensi dell'Art. 79 dello Statuto del Comune all'indizione di un Consiglio Comunale aperto. Difatti come è noto i lavori per la realizzazione del Tyrrhenian Link proseguono sia nell'agro di Selargius che a Quartu», si mlegge in una nota, «Nonostante i comitati abbiano presentato un esposto alla Procura della Repubblica, denunciando la mancata consultazione pubblica prevista obbligatoriamente dalla legge italiana (codice dei contratti) e dalla Legge Europea (Regolamento UE 347/2013) il sindaco di Quartu continua a sfuggire al confronto pubblico».

Enrico Fresu

© Riproduzione riservata