A pochi mesi dal rinnovo del Consiglio comunale, il sindaco di Decimputzu Alessandro Scano si è dimesso per protestare contro gli sfratti nelle campagne. Lo ha fatto con una lettera inviata ai consiglieri comunali, al segretario comunale e all'assessorato regionale agli Enti locali. “È con grande rammarico che comunico le mie dimissioni dalla carica di Sindaco”, spiega il primo cittadino.  “Una decisione tanto sofferta quanto meditata”.

"Non sono mai stato abituato nella mia vita e nella professione a fermarmi davanti agli ostacoli – aggiunge – che pure ho trovato lungo il mio percorso, ma in questo momento mi trovo di fronte a situazioni per le quali è necessario prendere una decisione drastica”.

“Sono stati cinque anni di intenso lavoro – prosegue ancora –  durante i quali non mi è mancato il sostegno e la vicinanza dei cittadini; sono consapevole di aver amministrato, soprattutto in quest’ultimo anno e mezzo di pandemia, in un periodo molto difficile sia dal punto di vista dell’emergenza sanitaria ma soprattutto da punto di vista economico finanziario con l’amarezza di non esser riuscito a dare risposte adeguate alle numerose famiglie di agricoltori di Decimoputzu che si trovano da un momento all’altro senza la propria azienda, frutto del lavoro di tanti anni, a fronte dell’immobilismo delle Istituzioni".

Nella sua lettera di dimissioni, il sindaco Alessandro Scano, aggiunge che "fin dall’inizio di questa emergenza sanitaria mi sono speso in prima persona in tutti i modi e in tutte le sedi per intervenire a sostegno dei miei concittadini. Non è un compito semplice rappresentare un paese con tante difficoltà economiche legate soprattutto alla crisi del mondo agro-pastorale che dura da molti anni, anche per situazioni pregresse di indebitamento inerenti la fase di avviamento dell'attività agricola per le quali gli agricoltori si sono ritrovati a dover pagare tassi di interesse più alti rispetto a quelli preventivati”.

“Nonostante le norme contenute nei decreti Covid – precisa – che hanno previsto la sospensione delle aste e delle attività correlate durante l’attuale periodo di pandemia, si sta procedendo al pignoramento dei beni delle imprese agricole comprese le abitazioni, e a breve tante altre aziende rischiano lo sfratto esecutivo.

Molte aziende agricole presenti nel territorio comunale sono a conduzione familiare e spesso il titolare risiede nel fabbricato dell'azienda e sebbene non siano catastalmente classificati come abitazione principale ad uso abitativo, nella realtà dei fatti risultano esserlo a tutti gli effetti".

Il sindaco Scano sostiene pure di essersi “attivato personalmente presso le sedi istituzionali con incontri finalizzati a sollecitare la sospensione temporanea degli sfratti esecutivi fino alla fine dell'emergenza pandemica e, a livello comunale, deliberando, sia in sede di Giunta che di Consiglio, la richiesta di rinvio delle aste e degli sfratti e finanche a minacciare le mie dimissioni in caso non fossero accolte tali richieste. Alla data odierna nulla è stato fatto nel merito dalle Istituzioni coinvolte e il sottoscritto non avendo altri mezzi per sensibilizzare e far si che i soggetti preposti possano adottare i necessari e dovuti provvedimenti in aiuto alle suddette aziende in crisi, con grande rammarico, pur mancando pochi mesi alla scadenza del mandato durante  quali molto poteva essere ancora fatto, non ha altra strada che rassegnare le proprie dimissioni da Sindaco a decorrere dalla data odierna”.

“Mi auguro fortemente – la conclusione - nell’interesse del mio amato Decimoputzu e dei Putzesi, che il mio gesto serva affinché, per le nostre aziende, vengano bloccate le aste avvenute in questo periodo di pandemia e vengano contestualmente sospesi i pignoramenti e gli sfratti esecutivi almeno sino al termine dell’emergenza epidemiologico. Per tale via, sarebbe garantita la scadenza naturale degli Organi attualmente in carica, evitando la nomina di un Commissario a poco più di tre mesi dalle elezioni. Il mio è un invito al senso di responsabilità delle Istituzioni, specie in un momento storico particolarmente difficile per la nostra comunità e per il mondo intero. Resto a disposizione di Decimoputzu e dei miei concittadini come sempre fatto dal 6 giugno 2016”.

“Mi auguro – l’ultima precisazione - che le ragioni che hanno condotto alla presentazione di queste mie dimissioni possano, entro venti giorni, essere superate e portare la consiliatura al suo naturale epilogo".

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