A 86 anni, Cosimo Lai non ha paura del caldo. Tutti i giorni sfida le altissime temperature di questa torrida estate, esce di casa col suo bastone e si fa qualche chilometro a piedi per raggiungere l'edicola della piazza a Sinnai. Diversi chilometri al giorno prima di tornare a casa con la copia dell'Unione Sarda e della Gazzetta dello sport. “Sono da sempre i miei giornali preferiti: esco di casa, raramente rinuncio e dopo la sosta all'edicola incontro gli amici, mi fermo un attimo in piazza e poi di nuovo a casa per le letture quotidiane. Non ho rinunciato al giornale neppure nei momenti più drammatici del Covid”.

Barba bianca e lunghissima, Cosimo Lai da giovane è stato un campione di ciclismo. Alternava la sua attività di pastore. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta ha vinto tanto, guadagnandosi grandi titoli anche sull'Informatore del lunedì, il settimanale sportivo de "L'Unione Sarda".

Tutto gamba, straordinaria forza fisica, nel 1961 diventò campione sardo di ciclismo su strada stracciando i suoi avversari, dopo un viaggio da Sinnai in bici per raggiungere la partenza ad Ozieri. Erano i tempi di grandi campioni isolani come Cherchi, Fontana, Marica, Garau, Murgia, Aru, Ulleri, Marini, Desogus, Manca. E di campionissimi professionisti come di Gastone Nencini, Ercole Baldini, Charly Gaul, Aldo Moser tra i professionisti.

Poi tanta altra gloria in pista e ancora su strada.

"Mi sono preso belle soddisfazioni con il ciclismo, come poeta improvvisatore, come scrittore e anche come attore", la conclusione. 

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