«L’abbattimento non è soluzione al problema degli incidenti provocati dalla fauna selvatica».

Ne è convinta la Lav – Lega Anti Vivisezione - che in una nota prende posizione nel dibattito sui possibili “rimedi” dopo l’incidente mortale avvenuto a Pula nei giorni scorsi, in seguito allo scontro fra uno scooter e un cervo. 

«La tragica fatalità dello scontro con un cervo a Pula – scrivono gli ambientalisti - stata subito strumentalizzata per alimentare la crociata contro gli animali selvatici. Ma come riporta l’Istat nel 2022 solo lo 0.1% degli incidenti totali con lesione o morte sono causati da scontri con animali selvatici».

Dunque, prosegue la Lav, la «doppietta magica» non è la «soluzione universale per tutte le problematiche di

convivenza con gli animali selvatici».

Ancora, scrivono gli animalisti, «i piani d’abbattimento o di contenimento come si preferisce chiamarli per mimetismo semantico, a cui da decenni spesso si fa ricorso, oltre ad essere inefficaci non sono eticamente accettabili. Diversi studi inoltre evidenziano che sparare disperde gli animali aumentando così il rischio di attraversamenti ed incidenti così come avviene durante la stagione venatoria».

La Lav avanza quindi proposte alternative: «Chiediamo che vengano applicate soluzioni efficaci e non cruente, per la sicurezza delle persone e degli animali stessi. Gli strumenti utilizzati in altre regioni e in Europa per prevenire gli incidenti stradali causati dagli attraversamenti degli animali sono le reti di protezione anti-attraversamento selvatici, le recinzioni elettrificate a basso voltaggio, i dissuasori di attraversamento acustico-luminosi, i passaggi faunistici e gli attraversamenti faunistici per le grandi arterie. Sistemi inesistenti in Sardegna sebbene richiesti da anni, utili anche per animali d’allevamento incustoditi e cani e gatti vaganti frequenti nell’isola». 

«L’incidente di Pula – conclude la Lav – è occorso in una zona a ridosso della foresta del Parco Regionale di GutturuMannu, habitat di cervi. Una zona già teatro in passato, di incontri uomo-animale soprattutto con bovini allo stato brado. Risulta evidente che quelle strade non sono dotate delle protezioni adeguate alla loro allocazione geografica. Una volta il cervo sardo era un orgoglio dei cittadini, da tempo qualcuno lo vuole collocare di fronte al mirino dicendo di voler tutelare la sicurezza stradale».

(Unioneonline)

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