Era stata esclusa dal ballottaggio, nella corsa per diventare sindaca di Assemini, per nove voti. Un risultato amaro per Niside Muscas, che sin da subito aveva sollevato qualche perplessità sull’eccessivo numero di schede nulle. In particolare, nel mirino della candidata (sostenuta dalle liste Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega Salvini Sardegna) ne sarebbero finite 18. Ora il Tar ha deciso che quelle schede debbano essere riesaminate.

Muscas aveva chiuso il primo turno con 3202 voti, contro i 3896 di Mario Puddu (poi eletto sindaco dopo il ballottaggio) e soprattutto i 3211 di Diego Corrias. Un margine molto sottile, viziato – secondo la candidata di centrodestra – da errori nel conteggio.

Quattro voti per Niside Muscas, infatti, non sarebbero stati presi in considerazione per la presenza di segni di riconoscimento relativi all’elettore. Solo apparenti, secondo il ricorso, e dunque non tali da portare all’annullamento.

Altre cinque schede (con la X sul suo nome) invece, sarebbero state dichiarate non valide per la presenza di altri segni di matita al di fuori della casella. Fuori comunque dai riquadri relativi agli altri candidati, e dunque da prendere in considerazione per il principio di conservazione del voto.

In un altro caso a portare alla nullità sarebbe stata una X di troppo, posta sia sul simbolo di Fratelli d’Italia che su quello di Forza Italia: entrambe le liste, però, erano collegate a Muscas. Caso simile ad altre quattro schede che, secondo il ricorso, avrebbero dovuto portare altri quattro voti: in questo caso, la preferenza sarebbe stata data a liste collegate alla candidata (due a Fratelli d’Italia, due a Forza Italia), ma anche a quattro consiglieri di liste non collegate. La X messa sul simbolo dei due partiti, però, sostiene Muscas, avrebbe dovuto estendere i suoi effetti anche al candidato sindaco relativo: in questo caso, proprio lei. 

Gli ultimi quattro voti contestati, invece, devono la loro nullità al fatto che, oltre a barrare la casella del partito, gli elettori avrebbero anche aggiunto il nome di Niside Muscas. Una dicitura superflua, ma non tale da portare all’invalidità. 

Non solo, perché nel ricorso compaiono anche altre motivazioni, tra una discrepanza nei voti registrati in una sezione con quelli apparsi nel sito del Comune, e l’accesso al voto negato ad un elettore perché in possesso di una scheda elettorale già “timbrata” a causa di un suo precedente errore nell’ingresso in una sezione diversa. 

Ecco perché ora si dovrà procedere al riconteggio delle schede contestate, con la decisione attesa per il prossimo marzo.

(Unioneonline/L.Ne.)

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