I rulli di tamburo risuonano ancora attorno al Consiglio regionale. Il ricordo della manifestazione di mercoledì è fresco: presto potrebbero tornare a farsi sentire – tamburi, striscioni e manifestanti – ma con propositi ben più bellicosi rispetto alla festa che ha sancito la consegna delle 210.729 firme della Pratobello 24. Nubi oscure si addensano dunque sul Palazzo. La protesta contro l’eolico e il fotovoltaico potrebbe passare alla fase due molto presto: «La politica non può non tenere conto di una volontà così larga». Da un lato c’è chi chiede pazienza, perché gli iter burocratici di una proposta di legge richiedono tempo. Dall’altro c’è chi spinge per un’azione immediata, con una manifestazione a Cagliari in tempi brevi. Perché, «soprattutto da parte della maggioranza», non sono piaciuti «toni e atteggiamenti».

Le posizioni

Sono diversi i punti di attrito tra il Popolo di Pratobello e il Palazzo. Agli attivisti non sono piaciute le parole della governatrice Alessandra Todde. In sintesi: «I legislatori siamo noi, la Pratobello 24 non avrà alcuna scorciatoia. Chiunque pensi di fare una rivoluzione violenta sulla base di questi temi, sicuramente non avrà la mia collaborazione». A ognuno il suo compito, insomma. Ma, sul fronte dei coordinamenti, la pensano in modo opposto: «Adesso vogliono farci passare per violenti. Respingo in maniera chiara e decisa il tentativo messo in atto dalla presidente Todde di accostare l'esercizio democratico della raccolta firme per la Pratobello 24 a pratiche violente che evidentemente non ci appartengono», dice Michele Zuddas, avvocato e sostenitore dall’inizio dei movimenti per la Pratobello. «Il tentativo di screditare la proposta di legge di iniziativa popolare non può passare attraverso dichiarazioni diffamanti. La presidente chieda scusa ai sottoscrittori della Pratobello 24 e, quando parla di violenza o pratiche violente, chiarisca a chi e a cosa si riferisca».

«Andiamo in piazza»

La circostanza che la Legge di Pratobello non avrà scorciatoie, nonostante il volere di 211 mila sardi, per i comitati è un invito alla piazza. Non sono bastate neppure le dichiarazioni più concilianti del presidente dell’assemblea Piero Comandini che, durante l’audizione, rivolgendosi ai capigruppo, pur escludendo la possibilità di inserire all’ordine del giorno la Pratobello con procedura d’urgenza, ha affermato che in altre circostanze le commissioni sono riuscite a licenziare una proposta di legge in 15 giorni. «Se non sarà discussa subito, torneremo in piazza», dice Davide Meloni, del comitato di Uta. «Prima coinvolgendo le singole comunità, poi a Cagliari. Se è vero quel che ha detto, ci troviamo davanti una controparte antidemocratica che ha fatto di tutto, parlo del Campo Largo, per far naufragare la raccolta di firme»

«Portate pazienza»

Chi cerca di tranquillizzare gli animi più accesi è Pasquale Mereu, padre della Pratobello 24: «Ci sono dei tempi tecnici da rispettare per il passaggio della proposta in commissione», dice il sindaco di Orgosolo. «Domani o martedì dovrebbe sapersi qualcosa sul riconteggio delle firme. Il presidente Comandini ha poi auspicato che la Pratobello possa passare in commissione in 15 giorni. Aspettiamo tre settimane, poi decideremo se tornare in piazza». All’opposizione di centrodestra, salita in massa sul carro della Pratobello 24, Mereu rivolge un monito: «Producano fatti in Parlamento, cercando di affievolire gli effetti del decreto Draghi sull’Isola».

Lorenzo Piras

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