Il giorno dopo è un nuovo inizio. Del resto, dal palco sotto le finestre del Consiglio regionale, il Popolo di Pratobello lo ha ribadito forte e chiaro: «Se non si terrà conto della volontà dei sardi espressa con le oltre 210mila firme alla proposta di legge di iniziativa popolare, sapremo come farci sentire». Con questo nessuno, l'altro ieri in via Roma, aveva intenzione di rovinare una festa che ha accomunato gran parte dei sardi. Per dirla con le parole di Luigi Pisci, del comitato Sarcidano, anima dei coordinamenti per la Pratobello 24, «la raccolta ha messo assieme un consenso trasversale che neppure i due partiti maggiori assieme hanno ricevuto alle ultime elezioni regionali».

Ma ora il Popolo della Pratobello non esclude nulla. Neppure, dunque, l'inasprimento della mobilitazione: «Nuove manifestazioni? Non lo escludiamo: sulla volontà dei sardi non si tratta».

Ieri la governatrice Alessandra Todde è stata chiara: la politica può anche prendere atto di una volontà, ma i legislatori sono tali per mandato popolare. Insomma, a ognuno il suo compito. Ma l'avvocato Michele Zuddas, militante sotto le insegne della Pratobello 24 della prima ora, eccepisce: «Una legge di iniziativa popolare non è frutto di una semplice preoccupazione», dice. «È l'esercizio del diritto all'autodeterminazione attraverso uno strumento di democrazia partecipativa. La presidente ha il dovere, istituzionale da una parte e politico dall'altro, di dare una risposta celere agli oltre 210mila sottoscrittori di una legge pronta al voto in Consiglio regionale. Mi aspetto e ci aspettiamo che l'iter della Pratobello 24 sia celere almeno quanto quello del ddl approvato dalla Giunta in meno di 30 giorni. La nostra non è una preoccupazione ma una pretesa, fondata su una legittimazione popolare senza precedenti di fatto superiore all'elettorato di qualsiasi partito di maggioranza e opposizione. Le istituzioni compiono il loro dovere quando danno seguito in maniera celere e senza tentennamenti, alla volontà popolare espressa in modo legittimo». 

Ulteriori dettagli e approfondimenti negli articoli di Lorenzo Piras e Roberto Murgia sul quotidiano in edicola e nell’edizione digitale

© Riproduzione riservata