Orune: catturato un latitanteaccusato di duplice omicidio
Il latitante Mario Pala era alla macchia dal 4 aprile 2004, quando furono uccisi Pasquale Coccone e Amerigo Zori. Per il duplice omicidio è stato condannato all'ergastolo mentre l'amico, reo confesso, a 20 anniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
I carabinieri hanno smesso la divisa, si sono mimetizzati tra gli arbusti per mettere in trappola un latitante eccellente, da tempo nell'elenco dei cento più pericolosi d'Italia. Appesantito da un bel po' di chili, una pistola addosso e lo sguardo sorpreso: Mario Pala si è arreso senza opporre resistenza in un ovile nelle campagne di Pattada trascinando in carcere, per favoreggiamento, i proprietari del casolare. Si è conclusa poco dopo l'alba di ieri la latitanza iniziata la sera del 4 aprile 2004 con il duplice omicidio di due compaesani avvenuto in un bar di Orune. Pala allora aveva 29 anni. Poche ore dopo il delitto di Pasquale Coccone e Amerigo Zori era già alla macchia. Anche Alessandro Sestu all'inizio ha fatto la stessa scelta, poi ci ha ripensato. Ha ammesso le colpe ed è stato condannato a vent'anni col rito abbreviato. Per Pala - inchiodato dalla testimonianza della fidanzata di Coccone - è arrivato l'ergastolo. I suoi cinque anni e mezzo trascorsi all'ombra si sono conclusi attorno alle 6.30 di ieri nelle campagne di Pattada rivolte verso Ozieri.
I CONTROLLI Il blitz è l'atto finale di una lunga attività di pedinamento andata avanti dal maggio dell'anno scorso, affidata - ha spiegato il colonnello Felice Maselli, comandante provinciale dell'Arma, durante la conferenza stampa - anche a tecniche di mimetizzazione singolari e originali. I militari hanno circoscritto l'area degli spostamenti di Pala al triangolo Orune, Bitti e Pattada, terra di confine tra le province di Nuoro e Sassari, dove evidentemente il latitante poteva contare su una solida rete di appoggio, soprattutto nel mondo agropastorale. E lì gli investigatori hanno concentrato la loro attenzione. Ai raggi ics è finito l'ovile di “Badu 'e Rughe” di Giovanni Antonio Falqui, 68 anni, di Pattada, e del figlio Pietro, di 23, che ora dovranno rispondere di favoreggiamento.
L'OVILE L'ovile dei Falqui sta in una posizione strategica, domina un'area ampia e garantisce larga visibilità. Oltretutto, l'accesso non è facile per gli estranei. Ieri mattina i carabinieri della compagnia di Bitti, guidata dal capitano Leandro Piccoli, e delle Squadriglie del comando provinciale si sono appostati attorno al casolare adiacente all'ovile, ricorrendo al travestimento più insolito per essere invisibili e mimetizzati tra gli arbusti. Poi il blitz.
IL BLITZ Pala ha con sè una pistola P38 a tamburo con sei cartucce e la matricola abrasa. Ha altre cartucce a portata di mano. In tutto, una ventina di munizioni. Ma non tenta alcuna reazione, quando capisce di essere in trappola si lascia ammanettare. «È rimasto piuttosto colpito, non se l'aspettava proprio», commenta il colonnello Maselli illustrando i particolari dell'operazione. Prima di mezzogiorno Pala viene trasferito nel carcere di Badu'e Carros, dopo una tappa nel comando provinciale di Nuoro. A bordo di altre due vetture dei carabinieri, anche Giovanni Antonio e Pietro Falqui raggiungono Badu 'e Carros.
ACCERTAMENTI L'ovile di Pattada viene passato al setaccio. Nel frattempo, iniziano ulteriori accertamenti per verificare se la pistola che Pala aveva con sé sia comparsa in qualche episodio delittuoso, come pure per ricostruire la sua rete di fiancheggiatori e l'eventuale coinvolgimento in altre vicende. Pala è considerato un latitante di peso, inserito nell'elenco nazionale dei cento più pericolosi. Non a caso nella caserma di Sant'Onofrio rimbalzano i complimenti dei vertici dell'Arma, in testa il comandante regionale, il generale Carmine Adinolfi, e della magistratura, espressi dal procuratore generale Ettore Angioni. L'ormai ex primula rossa di Orune è il settimo latitante arrestato nell'ultimo anno dai carabinieri nel Nuorese.
DUPLICE OMICIDIO La vicenda giudiziaria di Pala, conclusa un anno fa con la sentenza della Corte di Cassazione, è segnata dalla tragedia che ha macchiato la Domenica delle Palme di cinque anni fa. Nel “Bar 2000”, pieno centro di Orune, il piombo di due killer, a volto scoperto, fulmina Coccone e Zori. La fidanzata di Coccone, Pina Paola Monni, ha il coraggio di testimoniare al processo e di puntare l'indice contro gli assassini. Sestu è reo confesso, Pala alla macchia. Ora per l'ex latitante c'è il carcere a vita e l'isolamento diurno per un anno.
MARILENA ORUNESU