Le bende sugli occhi per i bambini sono diventate quasi una normalità. Con i contenitori delle uova invece è stato realizzato un alfabetiere, accessibile a tutti. Ma questo è solo un esempio di ciò che è il progetto didattico di inclusione che ha portato sopra un palco speciale l’Istituto comprensivo di Simaxis Villaurbana, guidato dal dirigente scolastico Giuseppe Scarpa: «Per i bambini è un modo per capire come vive la loro compagna di classe non vedente, per “vivere” il suo mondo».

La scuola d’infanzia di Zerfaliu ha deciso di valorizzare la diversità facendola diventare una possibilità di apprendimento per tutti. Con il progetto dal titolo “Veder oltre” ha vinto il premio “Inclusione 3.0 edizione 2025”, istituito dalla cattedra di Pedagogia e Didattica Speciale dell’Università degli Studi di Macerata. I riconoscimenti sono stati assegnati alle realtà del territorio nazionale e internazionale considerate come le più rappresentative a carattere inclusivo, che si sono distinte per avere attivato e realizzato percorsi volti all’inclusione di persone con disabilità. 

Le insegnanti, grazie alla presenza della piccola Chiara (nome di fantasia) hanno scelto di utilizzare linguaggi e procedure accessibili a tutti i bambini, trasformando la difficoltà della vista in opportunità per tutti. Tutto questo grazie all'utilizzo di metodologie multisensoriali e dell'organizzazione degli spazi e delle attività. L’obiettivo era quello di evidenziare come l'accessibilità possa essere un potente strumento di crescita e arricchimento per la scuola. Paola Pinna, la docente che ha ritirato il premio a Macerata assieme alla collega Milena Fadda, è un fiume di emozioni: «Per noi è un onore ricevere questo riconoscimento. È un dono avere Chiara nella nostra sezione, ha rappresentato un'opportunità per i bambini, veri protagonisti di questo processo di inclusione. Dedico questo premio a loro, i primi reali attori nella costruzione del percorso. Con la loro curiosità, semplicità e genuinità vanno incontro a tutti. E lo insegnano a noi adulti». 

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