Sul piano trasferimenti usi civici, si sta consumando  l’ennesima  aspra battaglia fra i gruppi consiliari. Il sindaco Piero Casula  parla di “opposizione irresponsabile”, i consiglieri   di minoranza accusano invece   il primo cittadino di “operare in maniera arraffazzonata”. Con queste premesse, ieri sera, l’ennesima riunione di Consiglio per l’approvazione del  piano trasferimenti degli usi civici è saltata per l’assenza dei consiglieri dei gruppi di minoranza.

«È il terzo Consiglio convocato sull'argomento – accusa il sindaco Casula -  ma l'opposizione ha deciso di non partecipare ai lavori impedendo di votare e approvare la delibera.  Un grave gesto di irresponsabilità da parte di chi si è candidato a rappresentare la città. Questa è una di quelle delibere – aggiunge -  che interessa tutti, indistintamente, a prescindere dall'appartenenza.  Centinaia di famiglie che attendono da decenni questo atto, senza il quale sarà impossibile procedere a semplici atti di compravendita, di ottenimento di contributi come ad esempio il superbonus, l'acquisizione delle case popolari».

La risposta della minoranza è contenuta in un documento protocollato prima della riunione consiliare. «Rispediamo al mittente le accuse  di irresponsabilità da parte del sindaco – dicono i consiglieri Rosalia Acca, Anna Maria Carlini, Alessandro Naitana, Claudia Mastinu e Salvatore Sanna -. Evidenziamo al contrario  un modus operandi arraffazzonato e poco chiaro. La nostra richiesta  evidenzia la necessità di predisporre gli atti deliberativi in modo corretto e non al momento. Il sindaco, come suo solito fare superficiale, non aveva gli atti pronti e chiedeva di verificare le incompatibilità senza una seria verifica, che in difetto poteva comportare l’illegittimità degli atti».

Cosa accadrà ora? «Comunicherò alla Regione l'impossibilità da parte del Consiglio a raggiungere il numero richiesto di votanti di almeno 11 voti a favore - sottolinea il sindaco Casula -  cosa impossibile senza la presenza di tutti i consiglieri.  La Regione potrebbe chiedere ulteriori passaggi in Consiglio comunale, rischiando di allungare i tempi, oppure nominare da subito un commissario ad acta, con la certezza di approvare in tempi rapidi la delibera».

Non resta che aspettare cosa deciderà Cagliari, ma la sensazione è che se non si aprirà un tavolo di confronto costruttivo fra le parti, il muro contro muro  sembra destinato ad andare avanti.       

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