Un sistema di coltivazione sempre più sofisticato dietro la maxi piantagione sequestrata nei giorni scorsi dalla polizia nelle campagne fra Simaxis e Massama.

Da tempo gli agenti della sezione antidroga della Mobile, coordinati dal vicequestore aggiunto Samuele Cabizzosu, monitoravano alcuni movimenti sospetti e giovedì scorso è scattato il blitz nelle campagne di Simaxis: Fabio Serra, originario di Siamaggiore, è stato sorpreso mentre lavorava nella piantagione ed è stato bloccato (lunedì comparirà davanti al giudice per la convalida). Altri giovani invece sono riusciti a scappare a bordo di un furgone: una fuga rocambolesca fra la complanare fino alla Statale 131, otto chilometri a tutta velocità con sorpassi e svariati tentativi di far finire fuori strada l’auto della polizia. Il furgone è stato abbandonato nella corsia di sorpasso sulla Carlo Felice, subito dopo una curva. All’interno del mezzo sono stati ritrovati 31 sacchi con 155 chili di marijuana.

La piantagione sequestrata è una delle più grandi mai ritrovate nell’Oristanese: oltre 8600 piante suddivise in nove serre. Secondo quanto accertato dalla polizia, dietro questa coltivazione ci sono persone molto esperte e del “mestiere”: la serra era stata ricoperta con dei teli neri (quelli abitualmente utilizzarti in agricoltura per la pacciamatura) e quindi anche se era ben visibile anche dal carcere di Massama non dava troppo nell’occhio. Peccato però che sotto quei teloni scuri ci fosse una produzione sofisticata di cannabis. Una parte della serra era stata trasformata in essiccatoio, un’altra parte era adibita alla lavorazione infine in un locale attiguo era stata realizzata una stanza per lo stoccaggio, dove le infiorescenze venivano sbocciolate e poi sistemate dentro grandi sacchi pronti per essere trasferite verso il Nord dell’Isola. L’impianto di irrigazione era molto sofisticato, inoltre venivano utilizzati concimi specifici e costosi. 

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