«Era nostro dovere riconoscere il valore della storia antica del paese. Con questo riconoscimento stiamo semplicemente ricordando a tutti ciò che è accaduto tanti anni fa».

Sono le parole dell'ex sindaco di Santa Giusta Antonello Figus poco prima di proclamare il paese lagunare “città” vera e propria, il due luglio 2020 durante un Consiglio comunale convocato in seduta straordinaria. Da quel momento però nessuno ha più parlato della nascita di una nuova città della Sardegna.

Doveva essere la Regione infatti a verificare gli atti e approvare il nuovo statuto comunale. Così aveva spiegato lo stesso sindaco di allora durante l’assemblea. La documentazione però pare si sia arenata negli uffici comunali.

«Dalle nostre verifiche non risulta che da Santa Giusta sia partita la documentazione  - spiega il vice sindaco Pierpaolo Erbì - ora quindi le carte verranno inviate». Il sindaco Andrea Casu taglio corto: «Per Santa Giusta non penso cambi qualcosa. Io non mi sono occupato mai della vicenda».

Il Comune tre anni fa decise di proclamare Santa Giusta città dopo che l'archeologo oristanese Momo Zucca era riuscito ad estrapolare in diversi testi antichi fatti storici importanti che raccontavano quando Santa Giusta, che sino al 1500 era anche sede vescovile, era stata definita una “civitas”. Città quindi. Precisamente in due documenti reggi: uno del 1328 e l'altro del 1437. «Sono certo che la Regione capirà il volere del Comune, la valenza di questa decisione», aveva detto Zucca. Da quel giorno però silenzio. 

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