Sono davvero pochissime le speranze di una ripresa dell’olivastro millenario – uno dei più longevi dell’intera Sardegna - di “Sa Tanca Manna” a Cuglieri, distrutto dai violentissimi incendi che hanno colpito lo scorso luglio l’Oristanese.

Le impalcature e i teli a protezione dell'albero sono stati smontati dai volontari dell'Associazione Montiferru. Subito dopo il rogo erano state attivate tutte le cure e gli accorgimenti necessari per dare una speranza di vita: la pacciamatura dei suoli circostanti, la predisposizione di un impianto di irrigazione, la copertura dei tronchi per ridurre i danni derivanti dai raggi solari e la somministrazione di aminoacidi levogiri che avrebbero potuto stimolare l'emissione di polloni, così da favorire una ripresa della ceppaia.

Purtroppo però non si è vista alcuna ripresa vegetativa: “È chiaramente pensabile che la ceppaia colpita dal rogo, con il fuoco che ha continuato a propagarsi sotterraneamente per due giorni negli apparati radicali, sia stata radicalmente compromessa” ha detto Gianluigi Bacchetta, direttore dell'Orto Botanico di Cagliari e professore dell'Università di Cagliari. 

Rimane una flebile possibilità che l’apparato radicale più periferico si sia potuto salvare. Se fosse vero in primavera potremmo vedere una ripresa vegetativa, ma si tratta – spiega Bacchetta – di una possibilità “estremamente remota”.

Ma se madre natura non dovesse far rinascere la storica pianta del Montiferru, ci si può provare con la tecnologia e la ricerca scientifica: “Come Banca del Germoplasma della Sardegna - ha proseguito Bacchetta - in passato avevamo effettuato le raccolte dei semi del patriarca. Ora stiamo predisponendo dei test sperimentali per moltiplicare e quindi ottenere delle plantule figlie dell'oleastro monumentale”.

(Unioneonline/L)

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