Un’ora e mezza di emozioni, iniziate con il bacio alla mamma Pierina di 91 anni, seduta in prima fila per ammirare il suo “bambino” che sta per diventare componidori. Solo dopo Fabrizio Manca sale sulla mesitta. Alle 13,30, nel cortile di va Solferino, si è concluso il rito della vestizione di su componidori.

La magia è iniziata poco dopo le dodici, sotto un sole caldissimo. Prima la camicia ricamata di lino, poi i nastri da stringere alle maniche, rosa e celesti, i colori del Gremio di San Giuseppe. Fabrizio si gode il suo momento, saluta qualcuno con la mano e si stupisce per la tanta gente presente davanti a lui. Parla in continuazione con sua figlia Eleonora, una delle due massaiedde. Arriva poi il momento de su coiettu di pelle seguito dal cinturone. Poi i fazzoletti da fissare al volto: è la fase più lunga, scandita dal rullo dei tamburi e dallo squillo delle trombe.

Il rito (foto Sara Pinna)
Il rito (foto Sara Pinna)
Il rito (foto Sara Pinna)

A sa massaia manna Tiziana Fanni è affidata la regia del rito: da sotto la mesitta controlla che tutto sia perfetto. C'è il brindisi di vernaccia tra il mayorale Gino Mugheddu e il cavaliere. Poi tre squilli di tromba e il viso di Fabrizio scompare dietro la maschera. Davanti a tutti ora c’è su componidori. Poi arriva il velo e il cilindro. Una camelia rosa viene cucita all'altezza del cuore dall’altra massaiedda, Angelica Picconi. Nel cortile entra il destriero bardato di color oro e rosa. Fa le bizze, non vuole avvicinarsi al tavolo. Su componidori lo accarezza, si fa riconoscere e in attimo sale in sella destinazione via Duomo.

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