La promessa ormai ha compiuto vent'anni. Lo slogan buono per ogni stagione e per ogni fazione politica si è alzato dal Palazzo degli Scolopi ogni anno come gli squilli di trombe che annunciano la Sartiglia: «Pronti a fare un museo della giostra». Per non parlare della statua de Su Componidori. Il nulla.

Eh sì, perché Oristano, che è la culla di questa corsa equestre unica nel mondo (a detta di chi la gestisce) e che ha visto gli amministratori comunali, di ieri e di oggi, bussare alle porte dell'Unesco per far diventare la Sartiglia un Patrimonio culturale immateriale dell'Umanità, non ha un museo adeguato alla valorizzazione e alla promozione di questa corsa. Esiste da qualche anno un Centro di documentazione che in due stanze, per quanto ben fatte e curate anche nei dettagli, non si può certamente definire un'adeguata vetrina per una manifestazione così importante. Ci si può fermare agli ultimi vent'anni per capire quante parole siano state dette e quanto poco si sia fatto. E ovviamente non ha un segno tangibile neppure di chi è il re della corsa, Su Componidori appunto.

Sul museo basta fermarsi agli ultimi vent'anni per capire quanto sia detto e quanto si sia fatto. Nel 2004 e 2005 il problema erano i locali: il consigliere Pietro Arca chiedeva l'acquisizione del convento in via La Marmora mentre l'assessore alla Cultura Giuliano Uras lamenta la mancanza di spazi adeguati. E sempre 15 anni fa l'allora consigliere regionale Oscar Cherchi promuoveva un emendamento per ottenere 100mila euro per la creazione di un polo museale della Sartiglia e per la nascita di una Fondazione che gestisse il museo. Corre il 2007 e la compianta sindaca Angela Nonnis in campagna elettorale promette la nascita del museo e, una volta diventata primo presidente della Fondazione Sartiglia, rilancia l'iniziativa avallata da tutta la Giunta di centrodestra. Due anni dopo l'assessore alla Cultura Tonino Falconi annuncia: «Ora tutti al lavoro per creare il museo».

Cambia il colore della Giunta che governa la città ma non cambia la music. Corre l'anno 2012 e durante la campagna elettorale Guido Tendas, che poi indosserà la fascia tricolore, non ha dubbi: «Il museo della Sartiglia nascerà nel Foro Boario». Il vecchio mercato dei buoi, all'uscita di Oristano verso Silì, ha una storia simile a quella del museo: dopo i lavori, venne inaugurato, ospitò due mostre e poi venne chiuso (e ancora lo è). Eletto, il sindaco del centrosinistra non dimentica la promessa e rilancia: il museo della Sartiglia nascerà anche grazie alla partecipazione popolare; gli oristanesi che hanno "pezzi" della giostra possono darli e farli mettere in esposizione. La promessa rimane tale sino alla fine mandato della Giunta di centrosinistra.

Il bozzetto della statua de Su Componidori presentato in Comune nel 1999 (Foto M.Masala)
Il bozzetto della statua de Su Componidori presentato in Comune nel 1999 (Foto M.Masala)
Il bozzetto della statua de Su Componidori presentato in Comune nel 1999 (Foto M.Masala)

Altro giro, altra corsa. Tocca ad Andrea Lutzu (già vicesindaco di Angela Nonnis) cavalcare l'onda e in campagna elettorale ha due sogni: aprire il museo e installare il monumento della giostra. Due anni fa il suo vice Massimiliano Sanna è pronto «a concretizzare l'idea museo» e nel Documento unico di programmazione la Giunta prevede «l'apertura del museo entro il 2020». E' la volta buona? «Direi proprio di sì», risponde l'assessore alla Cultura Massimiliano Sanna. In realtà i lavori per sistemare il Foro Boario, appaltati nel gennaio dello scorso anno, dovrebbero finire a breve. «Sì, tra qualche mese. Il cantiere credo che abbia anche pochi mesi prima di chiudere, poi saremo pronti per l'apertura». Apertura di cosa? «Verranno ospitate delle mostre temporanee legate al mondo della Sartiglia ma anche iniziative culturali sempre inerenti la giostra». E la gestione? «Sarebbe logico fosse affidata alla Fondazione Oristano ma su questo vedremo come comportarci», conclude Sanna.

Ma il discorso non cambia di molto anche per la statua de Su Componidori. Il 2 febbraio 1999, l'ingegner Carlo Pettinau indirizzò all'assessore comunale al Verde e al Decoro urbano la proposta di sistemare gratuitamente nello «strano coso di pietra voluto dalle due sovraintendenze, a protezione di un antico manufatto di indubbio valore storico ma di infimo valore monumentale in piazza Cattedrale, la statua di Su Componidori». Quello che ancora oggi è un ignobile ricettacolo di cicche e cartacce, nell'idea lanciata da un gruppo di intellettuali di via Dritta attraverso la rivista "Eleonora", poteva trasformarsi in un prestigioso piedistallo a onore e gloria di sua maestà Su Componidori, signore della Sartiglia.

Non se ne fece nulla e oggi che si riparla del museo della Sartiglia, l'idea si ripropone. «La rivista Eleonora - ricorda Filippo Martinez, promotore dell'iniziativa - diede l'incarico allo scultore Lello Porru di realizzare il bozzetto per il monumento a Su Componidori. Sembra assurdo ma in vent'anni non ci hanno filato, per dirla elegantemente. Promesse e basta. Al di là dei promotori, più o meno simpatici, era una gran bella idea che, va ricordato, al Comune non sarebbe costata una lira perché quella statua l'avrebbero pagata i cittadini attraverso una sottoscrizione. Gli aderenti in cambio avrebbero la soddisfazione di vedere il loro nome scolpito nel basamento da tramandare ai nipoti, bisnipoti e bisnipoti dei nipoti. A perenne ricordo di individui che resero possibile un gesto di bellezza».
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