Ancora l’ennesimo progetto di energia sostenibile che cambierà irrimediabilmente il paesaggio dell’Alto Campidano.

Stavolta 31 ettari di terreni privati che ricadono nei comuni di Milis e San Vero Milis dovrebbero essere destinati ad impianto agrivoltaico, con pannelli semoventi che attirano la luce solare, e sotto sarebbero coltivati. Condizionale d’obbligo perché una volta installati questi impianti non sempre rispettano le indicazioni di partenza.

La zona interessata è Sas Murtas tra Milis e San Vero, la proponente è la società Sardegna Green 11 che, a novembre scorso, ha presentato al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica questo nuovo progetto agrivoltaico, con opere di connessione anche nel territorio di Narbolia, dove sorgerebbe una cabina di accumulo.

Lancia l’allarme il comitato cittadini S’Arrieddu che ha convocato una riunione urgente a Milis, chiedendo la collaborazione del Comune, per opporsi a questo ennesimo impianto: «L’assalto al nostro territorio regionale continua imperterrito senza freni. Questa volta si tratta di un nuovo progetto di agrivoltaico tra Milis e San Vero Milis, con opere di connessione anche a Narbolia. Come ormai succede da tempo, un po’ in tutta la Sardegna, ma non solo, vengono presentate domande di progetti speculativi e non debitamente programmati di energia rinnovabile che superano di gran lunga la produzione di energia di cui la Sardegna ha bisogno ed effettivamente consuma».

L’incontro si terrà a Palazzo Boyl domani, venerdì 26 gennaio, alle 17.30, con amministratori locali, tecnici esperti del settore, rappresentanti di associazioni ambientaliste contro le speculazioni energetiche: «Un incontro importante, in cui saranno affrontate le problematiche del progetto, a partire dal consumo di suolo, dall’impatto ambientale e del paesaggio culturale e identitario, oltre che dei problemi economici e conseguenze su agricoltura, allevamento e turismo locali, ed effetti sociali, e della democrazia energetica, come le comunità energetiche», spiega il comitato.
Anche l'amministrazione comunale guidata da Monica Ortu si mostra diffidente su questo ennesimo progetto, ribadendo la posizione contraria già presa in passato: «Se si continua di questo passo non rimarrà un ettaro destinato ad uso agricolo», precisa la sindaca.

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