Opposizione a oltranza contro l'assalto alle terre agricole di Milis e San Vero da parte della Sardegna Green 11, che vuole installare un mega impianto agrivoltaico nelle fertili terre de Sas Murtas, a metà strada tra i due comuni.

Si sono schierati compatti contro l’ennesimo progetto energivoro i comitati S’Arrieddu, Entu Nostu, le associazioni ambientaliste Italia Nostra onlus, Gruppo Intervento Giuridico quindi il sindaco di Milis, nell’assemblea civica al Palazzo Boyl di Milis

Le armi legislative contro questi progetti: vincoli ambientali-paesaggistici e quelli culturali-archeologici. «Su questi non si transige, gli impianti energetici non possono sorgere in prossimità di aree particolari di pregio ambientale o dove sorgono siti archeologici», spiega Stefano Deliperi responsabile del Gruppo di Intervento Giuridico.

Esistono anche stringenti vincoli degli Usi Civici «sui terreni dove dovrebbe passare il cavidotto di connessione alla cabina di accumulo a Narbolia», precisa Pietro Porcedda del comitato S’Arrieddu di Narbolia.

Altra criticità è la presenza del rio Mannu proprio in prossimità dei 31 ettari di terre private dove vorrebbero sorgere 24mila e 400 pannelli fotovoltaici per catturare l’energia solare.

Il sindaco Monica Ortu chiede «una moratoria che sospenda l’iter in attesa di confrontarsi con i sindaci interessati del territorio, per impedire l’ennesimo tentativo di sfruttare le nostre terre».

Contro il Far West energetico Graziano Bullegas di Italia Nostra: «Siamo a favore delle fonti rinnovabili di energia ma vogliamo essere protagonisti della  pianificazione e individuazione delle aree idonee dove edificarle, come da decreto legislativo 199 del 2021 dove il MASE deve dare le direttive alla Regioni».

In Sardegna, se tutte le richieste di connessione di nuovi impianti fossero approvate, si andrebbe a produrre 55 GWh ovvero 7 volte più del consumo reale dell’Isola che ammonta a 8,11 GWh, e quattro volte la produzione che è di 13,39 GWh (dati al 31 dicembre 2022). Un’overdose di energia che non può esser consumata sull’Isola, che già produce in più rispetto al proprio fabbisogno. Non può esser trasportata verso la Penisola, quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link, perché la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa 2 mila MW, quindi non può esser conservata, perché gli impianti di conservazione esistenti e approvati sono molto pochi e di potenza contenuta.

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