Il nuovo ambulatorio straordinario di comunità territoriale (ASCoT) nella provincia di Oristano, aperto da oggi a Ghilarza, presso la sede di corso Umberto I 180, parte fra le proteste. Come era prevedibile, l’assenza da due settimane  del medico di famiglia, dottor Barca, ha fatto in modo che sin dalle 6.30  del mattino ci fossero pazienti in attesa del loro turno

Sono arrivati  da diversi paesi, considerato che la comunicazione della Asl, rilanciata sulla propria pagina social dal Comune di Ghilarza, era molto chiara e cioè che il servizio  era rivolto ai soli pazienti privi di medico di base residenti nei comuni di Ghilarza, Abbasanta, Aidomaggiore, Norbello e Sedilo e che potevano essere ricevuti ogni giovedì dalle  9 alle  14. Informazione che si è rivelata evidentemente poco corretta, tenuto conto che intorno alle 9.30 la dottoressa in servizio ha dato incarico alla stessa paziente di fare da collaboratrice per i rapporti con gli altri assistiti (cosa anomala e mai vista), e ha reso noto, fra le proteste,  che avrebbe visto sino a 40 pazienti e tutti residenti a Ghilarza, con l’invito agli altri di recarsi a Busachi. Tutto questo al contrario delle notizie ufficiali.

E mentre alle 9.45 si è in attesa dell’uscita dall’ambulatorio di una paziente dentro da quasi mezz’ora, appare chiaro che 40 persone non possono essere viste in tranquillità. A questo si è aggiunto il non funzionamento di Pc e stampante che nessuno ha evidentemente avuto la bontà di controllare prima di attivare il servizio. 

I commenti. «È una  sanità da terzo mondo - afferma inviperita Maria Pia Mugheddu in fila da prestissimo -. Era logico che dovesse esserci tanta gente vista l’assenza da 15 giorni del medico». Rincara la dose Francesco Aritzu: «È evidente che la presenza di un sostituto una volta alla settimana non basta, ne servirebbero almeno 2». Ugualmente molto arrabbiato Giovanni Antonio Manca, già consigliere comunale e componente del Comitato in difesa dei servizi sanitari territoriali: «Siamo abbondantemente oltre la frutta – afferma -  se ci sono gli Ascot, e tantissimi sono operativi  nella nostra provincia, significa che  ci sono problemi ovunque per l’assenza del  medico di base e quindi di assistenza primaria. E una indecenza - sottolinea - che tocca e riguarda i più deboli e di questa situazione ci si  dovrebbe solo vergognare».

La realtà è che per paesi molto grossi come Ghilarza, l’Ascot appare un servizio sottodimensionato, se è vero come è vero che gli ambulatori straordinari di comunità territoriale sono destinati ai pazienti privi del servizio di medicina generale e garantiscono gratuitamente le stesse prestazioni offerte dal medico di famiglia e cioè prescrizioni mediche, visite urgenti e non urgenti, rinnovo di piani terapeutici, raccolta dei fabbisogni domiciliari, inserimento in ADI, attività domiciliari programmate, prestazioni integrative programmate, certificati di malattia e ogni altra prestazione riconosciuta dagli accordi collettivi nazionali.

La replica della Asl.

«Era inevitabile che insorgesse qualche disagio, visto che da molti giorni i pazienti erano senza medico e si sono recati tutti insieme per le ricette – evidenzia i Alessandro Baccoli, direttore dell’ufficio integrazione ospedale-territorio dell’Asl 5 di Oristano -. Una condizione, che si normalizzerà in seguito. La dottoressa ha operato egregiamente, attenendosi alle disposizioni, servendo tutti e senza fare alcuna discriminazione».

«Comprendendo il disagio - aggiunge Baccoli - dobbiamo ricordare che in assenza di medici disponibili non si può fare sanità e le condizioni finora avute dovranno necessariamente fare i conti con la grave carenza di medici disponibili, almeno fino a quando le Università riprenderanno a licenziare figure mediche sufficienti alla copertura del fabbisogno. In tale contesto storico lo sforzo per soluzioni alternative, pur presentando inevitabili carenze o delusioni delle aspettative, rimane fortemente operante nella Direzione di questa ASL, avendolo già dimostrato con l’istituzione degli ASCoT, progetto preso ad esempio e ripetuto anche in altre aziende sanitarie del territorio regionale».

Dalla Asl aggiungono: «Le forze disponibili sono utilizzate al massimo della loro possibilità oraria e non vi è nessuna intenzione aziendale al risparmio in tal senso, ma siamo consci che il cambiamento epocale al quale dobbiamo far fronte vede necessariamente implicato uno sforzo di comprensione da parte di tutti e di maggior sacrificio allo spostamento verso paesi limitrofi».

Ancora: «Il bando per l’incarico provvisorio in sostituzione del dott. Barca è andato deserto - si legge nella nota - ovvero nessun medico ha accettato di venire a Ghilarza per esercitare la funzione di medico di base. Per non lasciare i suoi pazienti senza assistenza abbiamo chiesto ai medici partecipanti all’Ascot la disponibilità ad operare, ma soltanto un medico ha offerto una mattina la settimana, il giovedì e il dottor Barca ha gentilmente offerto il suo ambulatorio. Infatti tutti gli altri sono massimamente impiegati nelle altre realtà scoperte. Con una maggiore disponibilità di risorse umane - prosegue il comunicato - avremmo certamente potuto aprire più giornate. L’ASCoT di Ghilarza si rivolge ai soli pazienti privi di medico di base in carico al dottor Barca dei comuni di Ghilarza, Abbasanta, Aidomaggiore, Norbello e Sedilo, ma che si possono rivolgere anche gli ASCoT di Ardauli e Busachi. Più di questo allo stato attuale non è possibile ottenere, almeno fino al rientro del titolare».

Altra precisazione riguarda la decisione di visitare solo i pazienti residenti a Ghilarza. «Non ci risulta», si legge nella nota della Asl.

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