Cuglieri, il film “Sessanta ore” per non dimenticare la devastazione dell’incendio del 2021
La proiezione della pellicola occasione per riflettere sui danni che ancora paga il MontiferruPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A Cuglieri il film “Sessanta ore”, un racconto realista e struggente di uno scenario apocalittico di lande arse e desolate, girato pochi giorni dopo la grande sciagura di fuoco e fiamme che ha divorato il Montiferru nel 2021.
Nella pellicola emerge tutta la rabbia che ancora cova dentro la comunità montiferrina, cuglieritana in particolare. Una rabbia per l’impotenza di fronte alla forza virulenta del fuoco e per il lassismo delle istituzioni. Però la rabbia presto si trasforma in resilienza e speranza per il futuro, grazie alla tenacia tipica del popolo cuglieritano. Un futuro che però è ancora tutto da costruire a tre anni dal grande rogo che ha mandato in fumo aziende agricole e commerciali, che ha distrutto sacrifici di una vita intera di imprenditori e uomini.
Il film verrà proiettato domani sera, 2 agosto, al teatro del Seminario alle 21.30, quando interverranno gli autori Giovanni Loriga, Enrico Pinna, Giovanni Saturno, Gianmichele Manca e Alessandro Spanu, che illustreranno motivi e scelte stilistiche che li hanno ispirati nella realizzazione del docu-film.
A parlare con loro anche Giorgio Zampa, imprenditore che è stato danneggiato pesantemente dalle fiamme, poi il sindaco Andrea Loche e Mario Agus dell’associazione Gurulis Nova che organizza la proiezione.
A tre anni di distanza solo la magra consolazione della natura che ha proseguito il suo corso, la macchia mediterranea è rifiorita, i polloni degli alberi bruciati sono sbocciati, come pure i germogli dell’oleastro de Sa Tanca Manna a Cuglieri. Però nella montagna, nei terreni comunali e privati, nulla è cambiato dal pre-incendio a oggi: fasce tagliafuoco inesistenti, sentieri e tratturi ricoperti di vegetazione e rovi, abbandono e incuria diffusi, una miccia potenziale in grado di scatenare nuovamente l’inferno.
Dei quasi 14 milioni di euro stanziati dalla Regione, nel dicembre del 2021, hanno avuto ristori gli agricoltori hobbisti, quindi i comuni per il ripristino delle infrastrutture danneggiate e per la difesa del territorio dal rischio idrogeologico. Ma i lavori per il recupero di infrastrutture comunali, come acquedotti, sono in grave ritardo così come i cantieri forestali comunali. L’agenzia Forestas l’Agenzia Forestas ha terminato solamente una parte della rigenerazione boschiva e delle operazioni antierosione e antidilavamento.
Gli agricoltori professionali, a partita iva, ancora non hanno ricevuto sostegno dalla Regione. Il bando del piano di sviluppo rurale PSR, misura 5.2 fatta ad hoc per le calamità, ha premiato solamente giovani agricoltori e chi ha avuto meno danni, hanno avuto la priorità sugli altri. Dopo il danno pure la beffa per gli imprenditori agricoli veterani che investono risorse economiche e pagano le tasse. La ripresa sociale ed economica se la sono accollata proprio loro, i titolari d’azienda, con sacrifici, assicurazioni private e nuovi debiti, per non soccombere a un destino avverso.
Anni di lunga e logorante agonia che hanno messo a dura prova la pazienza dei cuglieritani: «Siamo stanchi e disillusi, non cambierà mai niente, poca chiarezza e trasparenza su tutto. Io mi sono arrangiato con le mie forze», commenta un olivicultore professionali.
Un quadro desolante che il sindaco di Scano Montiferru, Antonio Flore Motzo ha denunciato con schiettezza: «Davanti a noi solo un muro di gomma, una fibra molliccia di incompetenti, arroganti. Noi abbiamo sofferto, lottato e anche dato lezioni di dignità e di fermezza a un mondo politico fatto da pusillanimi e lacchè. Abbiamo presentato proposte serie di rinascita, che non sono state accolte».
Ancora una volta è stata persa l’opportunità di collaborazione per trasformare la catastrofe in occasione di rilancio e sviluppo e di valorizzazione del territorio.