A Ghilarza malumori e polemiche sui contributi per il nido
Una doccia fredda per le famiglie dei bambini iscritti al nido(foto Orbana)
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Il Comune dimezza da marzo il contributo per l’abbattimento della retta dell’asilo nido a Ghilarza e montano protese e malumori, una doccia fredda per le famiglie dei bambini iscritti al nido. L’hanno saputo con una lettera inviata dalla cooperativa Progetto Donna più che gestisce il servizio, nella quale ci si dice «rammaricati che l’Amministrazione comunale di Ghilarza agisca contro tendenza rispetto a tutte le amministrazioni che stanziano fondi e sostengono servizi alla prima infanzia».
Una scelta che fa discutere e anche il gruppo di minoranza guidato da Eugenia Usai ha presentato un’interrogazione al sindaco Stefano Licheri e alla Giunta.
«L’anno educativo ha inizio il 1° settembre e le famiglie iscrivono i bambini sulla base delle rette e relativi abbattimenti fissati a tale data. La modifica del contributo è stata deliberata successivamente all’approvazione del bilancio di previsione», scrivono dall’opposizione. Quindi chiedono di sapere: «Quale sia la motivazione che ha portato a tale decisione, se questa è stata comunicata o concordata con il concessionario, se prima di procedere a tale decisione sia stata fatta una valutazione dei costi che realmente resteranno a carico delle famiglie al netto dei bonus regionali e del contributo dell’Unione, posto che sostenere una retta mensile di 700/750 euro, sicuramente troppo onerosa, rischierebbe di portare ad un abbandono del servizio da parte delle famiglie nonché alla chiusura di un servizio che esiste nel nostro territorio da oltre 40 anni».
Il sindaco Stefano Licheri chiarisce che si è deciso a seguito del mancato introito di 100 mila euro dell’Imu. Quindi aggiunge: «Il contributo è stato ridotto da 30 mila a 15 mila euro. Ma da quest’anno sono previsti come misura statale 600 euro mensili per i bambini sino a 5 anni per i Comuni entro 5 mila abitanti. E a questi si vanno ad aggiungere 280 euro di contributo Inps e il contributo dell’Unione dei comuni. Garantiamo tanti altri servizi per i minori». Ma per le famiglie le difficoltà restano.