La Corte di Cassazione mette la parola fine alla vicenda giudiziaria legata alla morte di Massimo Piroddi, 43 anni, di Bari Sardo. I giudici hanno confermato la condanna formulata dai giudici dìAppello nei confronti di Daniel Loi, 23 anni di Bari Sardo, imputato dell’omicidio preterintenzionale del fabbro suo compaesano, avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 gennaio del 2020. La Corte ha rigettato il ricorso proposto da Francesco Serrau, difensore del giovane, che chiedeva l’annullamento della sentenza della Corte d’appello alla quale aveva chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste o non costituisce reato”. Il Pg ha sostenuto l’inamissibilità del ricorso.

La Corte di Cassazione ha di fatto ratificato l’impianto della sentenza di primo grado emessa a gennaio 2021 dal tribunale di Lanusei. Al giovane erano state riconosciute le attenuanti della provocazione e quelle generiche. Loi era stato inizialmente arrestato dai carabinieri, ma il gip Giampaolo Piana non aveva convalidato la misura perché non era stata eseguita in flagranza di reato ma diverse ore dopo la tragica lite con Piroddi.

Nel procedimento giudiziario la famiglia del fabbro scomparso si è costituita parte civile con gli avvocati Paolo Pilia e Marzia Graziano. La tragedia era accaduta al culmine del falò di Sant’Antonio. Loi e Piroddi avevano discusso sui gradini di fronte a un bar. A un certo punto la discussione era degenerata, tanto che Massimo Piroddi perse l’equilibrio, volando giù dal gradino. Era morto in conseguenza di un forte trauma cranico.

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