Le parrocchie aumentano (Olbia ha messo sul tavolo un carico dal novanta, con nuove chiese nei quartieri più popolosi della città) i sacerdoti, in Gallura, non sono tantissimi e per molti di loro si avvicina l'età del pensionamento, 75 anni.

E il vescovo deve fare letteralmente i miracoli per riempire tutte le caselle della Diocesi. Anche richiamando in servizio, sacerdoti che si stavano già preparando al pensionamento.

Mentre monsignor Sebastiano Sanguinetti si appresta alla consueta ricognizione delle parrocchie, si scopre che molte sedi sono affidate a preti che dovrebbero essere già in pensione o stanno per andarci.

LE PARROCCHIE - L'elenco è abbastanza, solo a volere considerare la parte gallurese della Diocesi. Il vescovo, prima o poi, dovrà occuparsi di La Maddalena, Santa Teresa, Palau, l'abbinata Porto Pozzo - San Pasquale e Aggius.

A Olbia i sacerdoti avanti con l'età, seppure attivissimi, sono nelle parrocchie di San Simplicio e Sacra Famiglia. La situazione si complica, se si considera la Diocesi nel suo complesso, ossia mettendo nel conto tutto il territorio, quindi anche l'Anglona.

Le sedi che tra qualche tempo richiederanno l'intervento della Diocesi sono quelle di Tergu, Lu Bagnu e Valledoria. Non è escluso, a questo punto, che possano essere valutati soppressioni e accorpamenti.

I DATI - Il vescovo Sebastiano Sanguinetti fa il punto della situazione: "Il fenomeno dell'innalzamento dell'età media dei sacerdoti è strettamente collegato con la diminuzione del numero della vocazioni e, quindi, del mancato ricambio. Questo è un dato nazionale. Non ci discostiamo molto da questo trend, sia per l'età media, sia per il numero delle vocazioni, sebbene abbiamo un discreto numero di sacerdoti sotto i 50 anni. Per il prossimo anno avremo circa 15 seminaristi, dei quali 10 studenti di Teologia. Inoltre abbiamo due diaconi, che presto saranno ordinati sacerdoti. In tutto abbiamo complessivamente 84 sacerdoti, dei quali 6 in età avanzata e non più in servizio".

I dati riguardano la Diocesi nel suo complesso, ma la situazione più difficile riguarda proprio la Gallura. E senza il sostegno di parrocci di altre diocesi, diverse sedi sarebbero scoperte.

"Posso dire che abbiamo il numero sufficiente per far fronte alle esigenze primarie, ma senza grossi margini di manovra. Ciò, però, grazie a circa 15 sacerdoti che provengono da altre diocesi, alcuni stabilmente incardinati e altri in servizio temporaneo, oltre a tre comunità religiose (Vincenziani, Salesiani e Cappuccini) che ci hanno consentito di far fronte anche alla creazione di 5 nuove parrocchie a Olbia, delle quali quattro sono già attive".

Andrea Busia

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