Tutti di nuovo in piazza per rilanciare la vertenza Tossilo, che si è arenata nelle sabbie mobili della politica regionale. I 25 lavoratori della Tossilo Spa, che dal primo gennaio rischiano di rimanere senza una protezione salariale, si mobilitano, con la Cgil, per sollecitare le istituzioni locali e regionali per risolvere l'annosa vertenza di Tossilo, dove il nuovo termovalorizzatore, pronto ormai da oltre tre anni, non si riesce a farlo decollare.

Tutto resta inesorabilmente fermo, nonostante le promesse che entro quest'anno la situazione si sarebbe normalizzata. Se da una parte la Cgil porta i lavoratori in piazza, dall'altra la Cisl attacca e sollecita l'intervento della Giunta Regionale. "Sulla vertenza che riguarda anche il futuro di 25 lavoratori e delle loro famiglie dobbiamo prendere atto della totale inerzia della Regione e questo non è accettabile a poche settimane dalla cessazione dei sussidi”. Lo scrivono i due leader della Cisl, Claudia Camedda e Gianluca Langiu. “All’inizio di ottobre- scrivono i sindacalisti- abbiamo chiesto un incontro agli assessori dell’industria, del lavoro e dell’ambiente, così da poter affrontare in maniera organica tutti gli aspetti legati alla vertenza della Tossilo spa".

Alla richiesta della Cisl ha ripsosto soltanto l'assessora del Lavoro, che ha convocato le parti per il 13 novembre scorso, riunione disdetta il giorno prima e con un rinvio a data da stabilire. "Non è un segnale di attenzione per i lavoratori, né per un territorio che è in forte sofferenza occupazionale- è scritto nel comunicato- lanciamo ancora una volta un appello alla Regione, affinchè convochi quanto prima tutti i soggetti interessati e si trovi, primariamente, una soluzione per le famiglie e i lavoratori in attesa, da troppo tempo, di risposte chiare e definitive. Per quanto ci riguarda- chiosano i due sindacalisti-l’unica soluzione percorribile deve passare dall'avvio dell'impianto. L’erogazione della retribuzione era e deve essere una soluzione tampone, ma quell'infrastruttura non può essere ostaggio di ideologie che nulla hanno a che vedere con il futuro dei lavoratori”.

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