«Voglio pensare che Riccardo abbia fatto un gesto estremo», dice il sindaco di Macomer, Riccardo Uda: «Per me ha voluto garantire il futuro alla sua bambina». Ha fatto da scudo, con il suo corpo. Un ultimo gesto d'amore, per salvare la sua piccola. Riccardo Delrio ha perso la vita sulla Alghero-Bosa, in quel terribile impatto tra due moto, in una giornata che doveva essere spensierata. La figlia 12enne, sbalzata dalla sella, è per fortuna fuori pericolo. Praticamente illesa. «Alla figlia 12enne dico che ha avuto come padre una persona davvero preziosa», prosegue il primo cittadino.

Macomer è una città sconvolta. Mercoledì alle 10.30, nella chiesa di San Pantaleo, darà l'ultimo saluto a quell'uomo che nel Marghine tutti conoscevano e stimavano, e che il 23 aprile avrebbe compiuto 47 anni. Riccardo Delrio lavorava all'Arpas, era un grande sportivo. Amante dell'atletica e delle sue moto. «Era un ragazzo d'oro», dice l'amico fraterno, Danilo Masala: «L'ultima persona al mondo che doveva morire. Poi, con le moto era prudentissimo. Ne aveva due, una che usava solo in pista, l'altra per le passeggiata con la famiglia. Proprio come domenica. Diceva sempre: “In strada non si corre, si va piano».

Due vittime, sulla quella strada bella e maledetta. La moto di Riccardo Delrio si è scontrata con la Suzuki di Gianluca Valleriani. Milanese, 66 anni, Valleriani era innamorato di Stintino, che aveva scelto per viverci, una ventina di anni fa. La località balneare si stringe al figlio dell'uomo: nel 2014 aveva perso la madre, ora deve affrontare un nuova tragedia.

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