Alle 6 del mattino è entrata dentro il cancello casa di quella che pensava fosse la sua rivale, e dove era certa di trovarla insieme al marito fedifrago. Ma una volta che si è presentata davanti alla sua porta a urla e bussando insistentemente alla casa, pretendendo di richiamare alle prime luci dell'alba il marito “all’ordine”, dell'uomo non c'era nessuna traccia. È uscita invece la proprietaria, una quarantatreenne russa spaventata da quella donna che in altre occasioni l'aveva affrontata con le stesse accuse. Dell'uomo all'interno della casa non c'era traccia.

La quarantatreenne in casa era in compagnia di un'amica e del figlioletto, per questo ha preso la pistola e ha inseguito la rivale prima nel cortile di casa per cacciarla via e poi sino in strada, inseguendola anche quando la cinquantaseienne accecata dalla gelosia, si è infilata in auto. Qui ne è seguita una discussione e la quarantaseienne ha danneggiato la portiera dell’auto della rivale a calci. Solo allora la cinquantaseienne ha allertato i carabinieri della Compagnia di Siniscola, che sono intervenuti nell'abitazione di Torpè arrestando la quarantatreenne per minaccia aggravata dall’uso di un’arma, danneggiamento, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco.

Secondo quanto sinora ricostruito, è avvenuto al culmine di dissidi di natura sentimentale. Il tempestivo intervento delle pattuglie della stazione carabinieri di Torpè e dell’aliquota Radiomobile di Siniscola ha scongiurato più grave evoluzione della vicenda, evitando feriti, e ha consentito di rinvenire e sequestrare, carica, la pistola semiautomatica Smith & Wesson calibro 40, abusivamente detenuta dal coniuge della quarantatreenne russa. L'uomo è stato denunciato in stato di libertà. La quarantatreenne invece, difesa da Luciano Trubbas, nel processo per direttissima davanti al giudice Filippo Orani ha patteggiato un anno ed è tornata subito in libertà.

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