Ha preso la parola, ha subito spiegato le ragioni della sua voglia di riscatto: «Se a quello che produco sottraggo quello che incasso, emerge che in Sardegna abbiamo 5 miliardi e 200 milioni di residuo fiscale negativo», ha detto da Oliena l’editore del gruppo L’Unione Sarda, Sergio Zuncheddu. Un deficit incredibile, ogni anno coperto in qualche modo dallo Stato. Ecco l’Isola che arranca, svelata dall’imprenditore di Burcei. Il “viaggio” di Buongiorno SarDegna ha fatto tappa a Magie d’Inverno, nella cornice dell’hotel Su Gologone, davanti a una fitta platea. Un libro che racconta amore sconfinato per una terra in pericolo, mette in guardia e invoca un cambio di passo, improntato sui giovani e sulle meraviglie ambientali da preservare.

Nuovo corso

Zuncheddu ha scelto non a caso la celebre struttura ricettiva della Barbagia per raccontare pregi e difetti isolani. Sì, perché a queste latitudini è stato costruito un successo imprenditoriale dai coniugi Peppeddu e Pasqua Palimodde. Un cammino virtuoso, dove la natura trova spazio e la sua esaltazione, così come l’identità isolana, impastata con l’orgoglio. Come dire, questo è il modello vincente, da inculcare alle nuove generazioni. Dove l’Isola svetta, si fa amare e desiderare, mentre accoglie il turista che va a caccia di emozioni forti e qualità sconfinata. Insomma, i sardi devono valorizzarsi di più, guardare al domani con un approccio differente e consapevole, senza dimenticare il passato. Perché, come ama ripetere l’autore, i capisaldi sono sempre i soliti: «Da dove veniamo, dove siamo, dove possiamo andare».

Botta e risposta

A Oliena l’imprenditore-editore ha dialogato con trasporto. A tratti si è pure infervorato per quei numeri dettagliati riportati nel suo libro, indicatori inconfutabili di un disagio da sovvertire, con caparbietà e idee brillanti. Soprattutto, non si è sottratto alle domande di Lorenzo Paolini, condirettore e direttore editoriale de L’Unione Sarda. «Nel suo libro ho trovato una tensione morale e anche un po’ di stizza, quando si riferisce alla distrazione su quello che “noi siamo”: per cosa potrebbe essere utile un forte senso d’identità?», ha chiesto Paolini. Immediata la risposta: «Basti pensare alla demografia. Nel 2065, in Sardegna, saremo circa un milione e 180 mila abitanti. Dieci anni fa, quando ho scritto la prima edizione del libro, eravamo un milione e 670 mila. Oggi siamo un milione e 585 mila: abbiamo perso 85 mila abitanti in un decennio». Poi, ha aggiunto: «Bisogna creare le condizioni, la classe dirigente sarda (politici, burocrati, imprenditori e sindacati) deve concentrarsi su quelle cose che hanno un impatto economico».

La strada

Numeri ma non solo. A Oliena Sergio Zuncheddu ha sfoderato pure un video per sottolineare il divario che intercorre tra l’Isola e la Lombardia. Da imprenditore navigato, ha fatto comprendere con il supporto delle immagini come la burocrazia isolana da altri parti sia pressoché sconosciuta, soppiantata da un’auspicabile efficienza, anche in piena pandemia. «A metà giugno del 2020 ho presentato il progetto per la costruzione di un centro commerciale da 100 mila metri quadrati e 120 mila di parcheggi costruiti all’interno dell’edificio», ha raccontato Zuncheddu: «Eravamo in pieno lockdown, senza i vaccini. Ebbene, il 27 novembre dello stesso anno, cinque mesi dopo, il Comune di Milano ci ha autorizzato il progetto per un investimento da circa 500 milioni di euro. In tre anni abbiamo completato l’opera». In Sardegna, invece, è tutta un’altra storia. «Nel 2014 abbiamo presentato un progetto per ristrutturare il centro commerciale Marconi, a Pirri, con un piccolo ampliamento. Un intervento da 50 milioni di euro. E l’autorizzazione a costruire? È arrivata nel 2022».

Gianfranco Locci

© Riproduzione riservata