Il bagliore delle fiamme illumina la notte del Nuorese. Un incendio devastante, lungo un fronte tanto enorme quanto difficile da stimare nelle sue dimensioni.

Partito nel pomeriggio da Sa Serra, fra Orune e il capoluogo barbaricino, il rogo ha bruciato sugherete, pascoli  e macchia mediterranea per tutta la notte. Diversi fronti di fuoco si sono uniti mettendo a dura prova la macchina regionale antincendi: coinvolti anche vari altri territori della provincia, come Orotelli, Oniferi, Orani, Benetutti.

Di giorno hanno operato tre Canadair e tre elicotteri decollati dalle basi di Farcana, Anela e San Cosimo, insieme ai due Super Puma. Dopo il calar del sole i mezzi aerei si sono dovuti ritirare e le squadre a terra, instancabili, hanno potuto solo cercare di evitare il peggio difendendo i centri abitati. Il cielo di Nuoro e dintorni avvolto da uno scenario apocalittico, mentre una pioggia di cenere è caduta sulla città e sui paesi della Barbagia

Alle operazioni di spegnimento hanno partecipato anche diverse squadre dell'Agenzia Forestas provenienti da Nuoro, Oliena, Orgosolo, Orune, Tonara, Belvì, squadre dei Vigili del Fuoco provenienti da Nuoro, Sassari, Lanusei, Macomer, i Volontari della Protezione Civile provenienti da Nuoro, Tonara e Ottana. Stamani un anticipo dello schieramento dei mezzi aerei per fronteggiare i diversi fronti di fuoco.

L’incendio si è avvicinato a diverse aziende agricole e ovili, minacciando anche la zona industriale: otto persone sono state evacuate da 4 ovili minacciati dalle fiamme.

Decine i residenti per strada, preoccupati per l’avanzata delle fiamme, visibili al di sopra di Pratosardo: «Uno scenario assurdo, che ci riporta indietro alle tristi immagini del Montiferru del 2021», raccontano alcuni cittadini del quartiere di Città Giardino. «La macchina antincendi regionale sta facendo l’impossibile ma non basta. Servono maggiori controlli e prevenzione con i droni. Ma soprattutto più uomini e mezzi, altrimenti ogni anno sarà sempre peggio».

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