Finanziaria, il sindaco di Silanus chiede gli atti del Consiglio regionale: «Fondi distribuiti male»
Il primo cittadino riflette sulla possibilità di impugnare la legge ed esorta le altre amministrazioni a fare altrettantoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La battaglia, quasi solitaria del sindaco di Silanus, Gian Pietro Arca, prosegue a suon di comunicati, mettendo sotto accusa il consiglio regionale, reo di non aver distribuito in maniera equa e trasparente i fondi della legge di stabilità del 2025.
Arca, recentemente, ha chiesto di poter accedere agli atti sulla legge di stabilità del 2025, con la quale sono stati distribuiti ben 180 milioni . «In attesa che il consiglio regionale mi trasmetta gli atti relativi alla Legge di stabilità 2025, per poter capire come sia stata distribuita dagli onorevoli sardi l’esorbitante somma paria a circa 180 milioni di euro - scrive in un ennesimo documento il sindaco - è curioso notare che Masainas, bellissimo paese nel quale Ilaria Portas, attuale Assessore regionale alla Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, ha ricoperto il ruolo di vicesindaco, oltre ad aver ricevuto 50 mila euro, da destinare all’Associazione Auser, per l’acquisto di mezzi, otterrà dall'assessorato altri 70 mila euro per l’organizzazione della 170ª edizione della festa della Madonna della Salute».
Gian Pietro Arca ancora scrive: «Mi chiedo se è il caso, ma soprattutto è possibile, impugnare tale legge insistendo affinché si proceda ad una distribuzione delle ingenti risorse di cui sopra sulla base di criteri certi e trasparenti? Perché gli esponenti politici che in passato tanto contestavano, giustamente, il metodo spartitorio di distribuzione delle risorse pubbliche, e che oggi rivestono ruoli importanti nella maggioranza di governo regionale, non si esprimono a riguardo? In tanti parlano di azione politica che deve partire dal basso». Il sindaco di Silanus lancia un appello agli amministratori locali e i cittadini in generale si organizzino e inizino a chiedere conto con "forza e coraggio" di tutto ciò. «Ritengo che non si possa accettare passivamente quanto sta accadendo», conclude Arca.