Un murale a Orgosolo, la tradizione che nel paese del Nuorese viene costantemente rinnovata. Un’opera nel ricordo di una vicenda umana e giudiziaria che non può essere dimenticata. In memoria di Aldo Scardella, giovane cagliaritano accusato di un delitto che non aveva commesso.

Recluso nel carcere di Buoncammino, con un gesto estremo, Aldo pone fine alla sua vita nei primi giorni di luglio del 1986. Aveva 25 anni.

Il murale è stato realizzato da Teresa Podda e Maria Luisa Monni in corso Repubblica, davanti alla chiesa parrocchiale di San Salvatore. Un luogo centrale della vita della comunità, dove si  conserva e tramanda la memoria di un giovane che coltivava sogni e utopie bruscamente interrotte.

Sulla parete, sotto il titolo “Il dramma di un innocente, quel giovane sognatore morto suicida”, il volto di Aldo, quello tramandato da una foto ormai familiare, e le sbarre della cella che è stato l’orizzonte tragico dei suoi ultimi giorni.

Poi i pensieri che esprimono il senso di una storia privata e collettiva che Cristiano, il fratello di Aldo, continua a perpetuare alla ricerca di una verità piena e di una giustizia finalmente riparatrice.

 Le parole del murale, a futura memoria: “Aldo had cumpresu e aiad sa crai de cussa cella chi non aperid mai. Come ch’est foras”. E ancora: “Poveru innocente! Non supportavad un’accusa umiliante ma pro sos caros ses semper vivente” e “Menzus unu culpevole in foras, hi no unu nossente in intro”.

Nicola Dettori ha promosso l’iniziativa: “Ho conosciuto Aldo a Cagliari nei primi anni Ottanta del secolo scorso. È nata un’amicizia. Gli ho scritto alcune lettere dopo il suo arresto. Non mi hai mai risposto. La tragedia che ha vissuto deve essere conosciuta anche dai giovani. Un dovere della memoria, il ricordo, come si legge nel murale, di "una stella ferita che brilla lassù nel cielo”.

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