Nuoro, fa strage in famiglia per un'eredità contesa
Alle 23 di domenica la tragedia. L'uomo spara con una pistola legalmente detenuta dopo l'ennesimo scontro su questioni ereditarie. Un'esplosione d'ira sulle scale di casa, poi il raptus omicidaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Per noi sono tutti figli, i morti e anche chi ha sbagliato». Giuseppe Delogu e Luisa Mulas sussurrano tra le lacrime queste parole mentre parenti e amici cercano di dare conforto a genitori straziati da un dolore incredibile che lascia sotto choc l'intera città. Un figlio è in carcere con l'accusa di aver ucciso la sorella e il cognato, fulminati a colpi di revolver durante un'accesa lite familiare per questioni ereditarie.
IL LITIGIO La follia esplode domenica sera nella palazzina di famiglia, nel quartiere di Preda Istrada, periferia di Nuoro. Qui, in via Lollove, abitano Sebastiana Delogu, 47 anni, titolare assieme alla sorella Marilena di una gelateria molto frequentata in città, e il marito Graziano Manca, 53 anni, guardia giurata in servizio all'ospedale di Nuoro. La coppia ha due figlie, una di 25 anni e l'altra di 24 e un nipotino. Vivono tutti nella stessa casa. Domenica sera Sebastiana Delogu che per tutti è Bastianina torna a casa alle 22, dopo aver lavorato nella gelateria che sta di fronte alla chiesa della Solitudine. Trova un'aria già pesante. Alle 21 nella palazzina c'è, infatti, il primo litigio. Il fratello Giovanni Antonio, 43 anni, titolare di un'impresa edile, va in escandescenze dopo l'ennesima lite per la divisione degli spazi dell'edificio. Per fermarlo lei chiama il 113.
EREDITÀ CONTESA I dissapori legati a questioni ereditarie si trascinano da molto tempo. E domenica sera scatenano la furia di Giovanni Antonio. Lui ha due figli. Vive nella casa accanto, mentre nella palazzina della tragedia ha una cucina rustica dove domenica sera riunisce gli amici per festeggiare il compleanno del figlio maggiore che ha undici anni. Forse si concede qualche bicchiere di troppo. Sta di fatto che alle 21 si scontra con Marilena. Il litigio è pesante, lui minaccia e la donna chiama la Polizia. Una pattuglia accorre subito e riesce a calmare l'uomo. Quando nella casa sembra tornare il sereno gli agenti se ne vanno. Anche Giovanni Antonio esce dalla palazzina, ma non per sbollire la rabbia. Sono circa le 23 quando irrompe di nuovo con una pistola a tamburo in mano. Lo tiene in casa, regolarmente denunciato, quel revolver calibro 38. Lui è ancora furibondo. Anzi, è in preda a un raptus incontrollabile quando sulle scale affronta la sorella e il marito che tenta una inutile reazione.
LA TRAGEDIA L'uomo punta l'arma contro la coppia. In quei terribili attimi di follia Bastianina viene raggiunta al cuore. Crolla sul pavimento, morta sul colpo. Altri due proiettili straziano Graziano Manca all'addome. Respira ancora, sebbene perda subito coscienza. I vicini sentono gli spari, si preoccupano e chiamano il 113. Accorrono due ambulanze del 118. Una riparte verso l'ospedale San Francesco. L'altra no. Per la donna non c'è proprio nulla da fare, se non constatarne il decesso. Le urla, miste di rabbia e disperazione, rimbalzano fuori dalla casa dove Giovanni Antonio si blocca sconvolto rendendosi conto della sua follia. Ammette la colpa dopo aver gettato l'arma del delitto nel giardino, sul retro della casa. Ma ormai è tardi. Il cognato viene ricoverato d'urgenza all'ospedale San Francesco. Non c'è il tempo per sottoporlo a un disperato intervento chirurgico. Muore prima, alle 2 della notte. Gli agenti della Squadra mobile accompagnano Giovanni Antonio in Questura, poi nel carcere di Badu 'e Carros mentre in via Lollove arrivano il procuratore della Repubblica Andrea Garau, il medico legale Vindice Mingioni e gli agenti della Scientifica che fanno i rilievi attorno alla casa e nel giardino recuperano l'arma del delitto. Per la Polizia il caso è chiuso. Dopo la notte di follia, il risveglio lascia di stucco l'intera città.
MARILENA ORUNESU