Mesina, fissata (dopo la morte) l’udienza per il differimento della pena
Si terrà l’11 giugno, a due mesi dal decesso dell’ex Primula Rossa. Ma potrebbe tornare utile per l’accertamento dei fattiGraziano Mesina
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Una data che arriva troppo tardi. Dopo mesi di istanze presentate dalle avvocate Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier, il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha fissato l’udienza per discutere il differimento della pena di Graziano Mesina, l’ex primula rossa del Supramonte, deceduto il 12 aprile scorso all’età di 83 anni.
Il decreto, notificato agli avvocati, stabilisce la discussione del procedimento per l’11 giugno 2025, alle ore 9, presso l’Aula 538 del Palazzo di Giustizia di Milano. L’udienza avrebbe dovuto trattare la richiesta di differimento della pena per gravi motivi di salute. Il giudice, nel decreto, ricorda che l’imputato ha facoltà di partecipare personalmente e dispone la traduzione se detenuto in un penitenziario del distretto di Milano, oppure ne autorizza la presenza senza scorta qualora fosse stato ai domiciliari.
Un atto che, seppur formalmente corretto, appare paradossale: la fissazione dell’udienza arriva a oltre un mese dalla morte di Mesina, avvenuta all’ospedale San Paolo di Milano, dove era ricoverato in regime di detenzione domiciliare. Il trasferimento era stato concesso solo in extremis, praticamente il giorno prima del decesso, a seguito dell’ennesima istanza presentata dai suoi legali.
Nei mesi precedenti, infatti, le avvocate avevano più volte sollecitato il trasferimento in Sardegna, affinché Mesina potesse trascorrere gli ultimi giorni vicino ai familiari. Richieste rimaste senza risposta mentre le sue condizioni di salute si aggravavano progressivamente, fino al ricovero finale.
Con questo atto si aggiunge un ulteriore capitolo a una vicenda che continua a sollevare interrogativi sulla gestione delle istanze di differimento della pena nei casi di malattia terminale, e sulla tempistica delle risposte istituzionali.
L’udienza dell’11 giugno appare ormai solo un passaggio formale, ma potrebbe comunque avere valore per l’accertamento dei fatti. Le legali di Mesina hanno infatti richiesto l’acquisizione delle cartelle cliniche e della documentazione sanitaria, lasciando intendere possibili sviluppi giudiziari per fare luce sulle ultime settimane di vita di uno dei personaggi più controversi della storia criminale italiana.