Il «caso Villacidro», demolizioni e sfregio al paesaggio
Società “Das”: tutto regolare. Nel frattempo, però, ordinanza del Comune e fascicolo in preturaIn riferimento alla nota della società piemontese, Das srl, che pubblichiamo integralmente in questa pagina, si riafferma quanto segue:
1) Affari privatissimi
Si ribadisce il concetto riportato in modo inequivocabile nell’inchiesta giornalistica del 18 luglio scorso: lo Stato, schierando centinaia di agenti al Porto di Oristano, non ha tutelato un bene collettivo, ma uno “privatissimo”. Tale affermazione rientra nel legittimo diritto di critica rispetto a fatti che sono stati oggetto di una puntuale cronaca giornalistica. Sostenere che un quotidiano debba ritenere di “pubblica utilità” la costruzione di devastanti pale eoliche da duecento metri alle pendici di una delle montagne più significative del paesaggio del sud Sardegna è semplicemente inaccettabile. Tale valutazione rientra nella piena e legittima libertà di stampa, di opinione e di critica. La linea editoriale di questo gruppo da tempo disconosce la “pubblica utilità” di questi impianti e da sempre li annovera tra quelli che arrecano danni irreparabili alla Sardegna e ai sardi.
2) Novelli piemontesi
Il riferimento di cui si duole la "DAS Villacidro”, relativamente all’espressione di “novelli piemontesi”, non ha mai inteso, come cercherebbe di far credere la nota a margine, attribuire al termine “novelli” una valutazione del grado di esperienza degli imprenditori. Il riferimento era semmai rivolto alla storia, nota a tutti in Sardegna, dell’avvento dei piemontesi, quelli datati 1860, che notoriamente hanno fatto incetta di legname nelle montagne di Villacidro e non solo. In questo caso la definizione di “novelli” era ed è riferito ai nuovi (novelli) piemontesi. Quelli di prima devastavano foreste, i “nuovi” piantano pale eoliche.
3) Paesaggi spodestati
La “Das” si duole dell’affermazione che quelle pale eoliche “spodestano paesaggi e natura”: si vuole sperare che in questo Stato si possa ancora osare un libero giudizio estetico-ambientale e panoramico sulla devastazione del paesaggio. Affermare che le pale eoliche incidono per uno spazio limitato sul territorio significa non aver compreso la valutazione “esplicita” sul bene paesaggio, sul fatto che, come ha ribadito il Soprintendente Speciale del Pnrr, si sta sostituendo un paesaggio rurale e identitario con uno industriale.
5) I controlli
L’inchiesta giornalistica ha sostenuto che i lavori di costruzione di quell’impianto eolico nel cantiere di Villacidro stessero avvenendo senza alcun controllo. La società afferma che «non è vero». A smentire la Das srl è il sopralluogo effettuato il 30 luglio scorso dagli organi competenti, dodici giorni dopo la pubblicazione dell’inchiesta del nostro giornale. Il verbale di quella verifica di cantiere ha fatto emergere fatti rilevanti che hanno comportato non solo un’ordinanza di demolizione da parte del Comune di Villacidro, ma anche la trasmissione del verbale «all’Autorità Giudiziaria per le violazioni penali che si ravvisano». A conferma del fatto che il cantiere non avesse avuto alcun controllo, se non dopo l'inchiesta giornalistica, lo si rileva dalla stessa ordinanza del Comune di Villacidro dalla quale emerge che la società Das avrebbe “emesso” un provvedimento di occupazione d’urgenza in terreni gravati da usi civici, tanto che lo stesso atto dirigenziale afferma che in quelle aree «non possono essere realizzate le opere ivi previste in assenza di specifica autorizzazione da parte degli enti proprietari».
6) Disboscamento
La Das sostiene che «non si disbosca nulla, tanto meno alberi possenti». Le immagini che pubblichiamo sono più che eloquenti: sono la prova che si disbosca e che non si tratta di alberelli.
7) Stradine da demolire
La società sostiene che «si realizzano solamente brevi strade interpoderali sterrate». Peccato che il Comune di Villacidro abbia disposto la demolizione di quelle strade per le quali “abusivamente” erano stati fatti attraversamenti di corsi d’acqua non autorizzati.
9) Progetto approvato
Nell’inchiesta si dà conto del progetto approvato. Semmai se ne proponeva una valutazione alla luce del combinato disposto tra l’autorizzazione e il contenuto della moratoria regionale che prevede il “divieto di costruire” al fine di impedire l“irreversibilità” del danno al paesaggio. La libertà di opinione, a prescindere dalla discutibile autorizzazione rilasciata, consente di definire quel genere di impianti eolici una “fossa letale del paesaggio e dell’ambiente dell’Isola”. Le immagini che proponiamo confermano l’impatto devastante sul paesaggio del Monte Linas.
10) Famiglie di Camerana
Si prende atto che la società appartiene a due famiglie di Camerana, Piemonte. In realtà dal capitale sociale di appena 10mila euro si registra che la società fa capo a due “srl”, ognuna con 5mila euro di capitale, una denominata “BF srl” e l’altra “G&G srl”. L’amministratrice unica della Das è tale Ginola Marianna, di Savona.
12) Esse erre elle
Mai è stato affermato che la “Das srl” è quotata in borsa. Mai si è fatto riferimento per la stessa società ad “attività poco trasparenti”. Il riferimento, nella prima parte dell’inchiesta, era esplicitamente riferito al sistema che ruota intorno alle energie rinnovabili.
LA NOTA DELLA “DAS SRL”: