Da qualche anno a questa parte ogni stagione meteorologica, volenti o nolenti, è sempre più caratterizzata dalla presenza di "divinità" e/o "figure mitologiche" che controllano l'evoluzione dei fenomeni atmosferici sul comparto italiano.

Nomi quasi sempre altisonanti, utilizzati ad hoc per incutere un po' di timore ed attirare l'attenzione del lettore, sono diventati ormai una consuetudine. Tuttavia dietro a questa folkloristica usanza c'è ben poco di scientifico e lo dimostra il povero anticiclone africano che quest'anno, ad ogni sua pulsazione verso le nostre latitudini, ha ricevuto ben 6 nomi differenti pur trattandosi ogni volta della medesima figura barica.

In Europa, a seguito di un'autorizzazione da parte dell'Organizzazione Mondiale della Meteorologia (Omm), ente designato dall'Onu, solo l'Istituto Meteorologico di Berlino è autorizzato alla denominazione ufficiale delle perturbazioni o alte pressioni.

Una lista viene stilata ogni anno poi le figure bariche, una volta raggiunta una certa intensità, ottengono un nome per esser poi meglio archiviate e studiate.

Stesso modus operandi anche negli Usa dove già ad inizio anno si conoscono i nomi che avranno i cicloni tropicali.

In Italia le cose, a quanto pare, vanno diversamente mancando delle normative che regolano l'attività della divulgazione meteo. Si è quindi perso con gli anni lo spirito di analisi e rigorosa divulgazione scientifica a cui l'intramontabile Bernacca ci aveva abituati e che, seppur con minor disponibilità tecnologica, garantiva una migliore affidabilità.

Ora chiunque, anche senza titoli di studio, è libero di aprire un sito web di meteorologia e produrre articoli ma, vista la notevole concorrenza online e l'urgente bisogno di "clic", bisogna ricorrere a tecniche più o meno scorrette che fanno assoluto affidamento sulla scarsa "cultura" del lettore su questo ramo scientifico. L'imperativo è sempre lo stesso: spettacolarizzare la meteorologia e renderla sempre un evento estremo, unico e da record. A tal proposito negli ultimi giorni è diventata virale la notizia di un inverno gelido atteso sull'Italia con temperature in picchiata fino a - 20°C. Niente di più falso ovviamente e senza alcuna valenza scientifica.

L'unica cosa certa, per il momento, è il ritorno del fresco nel week end e delle piogge in autunno che come in passato potranno localmente assumere carattere di nubifragio per via delle elevate temperature marine che si registrano a fine estate. Il resto è puro fantameteo.

Noi, quali esseri intellettuali e dotati di raziocinio, per sfizio personale e per impreziosire il nostro bagaglio di conoscenze meteo, dovremo sempre informarci e valutare se ciò che leggiamo e ci viene dato in pasto dai media sia effettivamente vero.
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