In mezzo a tanta devastazione, è un miracolo che domenica scorsa nel resto d’Italia non ci fossero roghi importanti. L’emergenza era in Sardegna e per il dipartimento nazionale della protezione civile è stato perciò possibile inviare nell’Isola ben dieci Canadair: quattro a Posada, due a San Giovanni, due a Muravera, uno a Monastir, uno a San Priamo. Senza il loro intervento, è la considerazione che corre dalla sede del dipartimento nazionale alla centrale operativa regionale della protezione civile, per i dieci elicotteri della flotta regionale e per le squadre a terra sarebbe stato umanamente impossibile gestire un fronte del fuoco tanto enorme. Con quali conseguenze, è facile immaginarlo.

Cartoline dall’inferno

Centinaia di ettari in cenere, quattro feriti, resort evacuati e centinaia di persone che hanno dovuto lasciare le case. Un inferno generato da fiamme appiccate intenzionalmente. Gli agenti del Corpo forestale hanno trovato finora diversi inneschi nell’area devastata dai roghi nel sud dell’Isola e a Gairo. Ed è all’indomani di una delle giornate più terribili della lotta al fuoco che, con l’approvazione del decreto legge in materia di giustizia (e non solo), il Consiglio dei ministri dispone pene più dure per gli incendiari. Aumenta da quattro a sei anni di carcere la pena minima per chi appicca il fuoco in boschi o vivai forestali. Per colpa e non dolo, la pena minima sale da uno a due anni. Aumento di un terzo della pena e fino alla metà, per chi agisce per trarne profitto. Il ministero del Turismo porta da dieci a quindici milioni la dotazione del fondo a disposizione di turisti e operatori danneggiati dagli incendi. Un fondo che era stato pensato per la Sicilia, ora allargato alla Sardegna. 

Il dg che non c’è

A Cagliari intanto il vertice della protezione civile è monco da oltre un mese dopo la scadenza del contratto di Antonio Pasquale Belloi, ex direttore generale ch’era stato voluto da Christian Solinas, nomina per la quale il presidente è a processo con l’accusa di abuso d’ufficio. Un’assenza che risalta in un momento in cui la Sardegna è tra le terre più esposte al flagello del fuoco. C’è un facente funzioni, ma in punto di assunzione di responsabilità non è la stessa cosa.

Linea diretta

«Non credo sia un problema, anche perché il capo della protezione civile dal punto di vista politico è l’assessore delegato dal presidente», dice l’assessore all’Ambiente Marco Porcu. È inaccettabile, dice Roberto Li Gioi, consigliere M5S e componente della commissione Ambiente, «che resti scoperto un posto di grande responsabilità come quello di dg della protezione civile. Ancor più in una regione storicamente esposta all’attacco degli incendiari».

Le reazioni politiche

Il deputato della Lega Dario Giagoni ieri è stato a Posada e Siniscola: «Serve un potenziamento dei mezzi, con aiuti straordinari per queste zone già colpite nel recentissimo passato. Chiederò al governo un intervento, a partire dalla sospensione dei pagamenti per chi ha subito danni a case e imprese». 

P. S.

Tutti i dettagli su L’Unione Sarda in edicola e sull’app

© Riproduzione riservata