L’Isola da lunedì si colora di giallo, Truzzu: “Quarantene da rivedere”
A creare problemi sono le regole su quarantene, isolamento e test
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Dopo otto mesi di zona bianca, da lunedì la Sardegna cambia e va in zona gialla secondo la classificazione della Cabina di regia che l’ha individuata a rischio alto. Nella quotidianità cambia poco, come ha sottolineato l’assessore alla Sanità Mario Nieddu a Videolina facendo riferimento all’uso obbligatorio delle mascherine anche all’aperto, ma si tratta di un elemento in più di attenzione considerando che l’incidenza dei casi di coronavirus è risultata troppo alta e il tracciamento dei positivi è sempre più difficile. Anche le ospedalizzazioni gravano in modo preoccupante sul sistema sanitario dell’Isola.
I nuovi casi accertati nel bollettino di ieri sono stati 1.610, con anche 8 decessi (QUI IL BOLLETTINO COMPLETO).
Ma a creare problemi sono in particolare le regole su quarantene, isolamento e test. “Di questo passo – avverte il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu – rischiamo di fermarci. Sono bersagliato da mail e messaggi di persone che chiedono lumi su come comportarsi, le regole sono cervellotiche e la vita di famiglie, scuole, uffici e imprese è complicatissima. L'impatto del virus è nettamente cambiato, lo dicono i dati e gli esperti. I numeri sono chiari: nell'ondata estiva la percentuale dei ricoveri sui positivi era al 5%, oggi siamo all'1%. Dobbiamo utilizzare criteri differenti perché dobbiamo andare avanti. Le disposizioni attuali erano utili per affrontare l'impatto della variante Delta, ma sono impossibili e inutili per affrontare Omicron”.
Gli fa eco Daniela Falconi, sindaco di Fonni: “Questo sistema non è più attuabile, o si cambia o saremo sempre più nel delirio. E uno dei problemi più grandi riguarda le procedure nelle scuole: in teoria i bambini e i ragazzi che vanno in quarantena dovrebbero essere presi in carico dalla sanità pubblica e monitorati. In pratica, per il caos dei tracciamenti e la mole enorme di lavoro di operatori e laboratori pubblici, questo è impossibile. Quindi che si fa? Tamponi in farmacia, il risultato è valido per il ritorno a scuola. Ma è normale che le famiglie si sobbarchino tutti i costi? Due a settimana, per chi ha uno, due, tre figli, sono una spesa pesante, oltre che totalmente ingiusta. In attesa che qualcuno dall'alto si accorga di questa situazione mostruosa, stiamo cercando di capire se e come possiamo intervenire come Comune”.
(Unioneonline)
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