Da queste parti dicono che, dopo la nascita del Parco Tepilora, il ritorno d'immagine l'hanno sentito subito. "I visitatori apprezzano e noi - dice il sindaco di Bitti Giuseppe Ciccolini - sappiamo che c'è ancora molto da fare".

Negli ottomila ettari di oasi che digradano dai monti di Bitti, Lula e Lodé fino alle spiagge di Posada, occorre ad esempio "ampliare la rete dei sentieri e attrezzarla meglio con la segnaletica". Diversi percorsi, "ci sono già, quelli adesso prevalentemente battuti dagli escursionisti a cavallo e dalle moto enduro".

Arriveranno qui, difatti, 500mila euro dei 2 milioni e mezzo di fondi Por stanziati dalla Giunta per mettere in sicurezza la rete dei sentieri in Sardegna.

LE ANTICHE VIE - È la mappa dei vecchi cammini che Forestas sta recuperando. La rete della transumanza dei pastori, dei percorsi dei carbonai e dei minatori. Quindicimila chilometri in tutta l'Isola, "750 dei quali - spiega Alessio Saba, ingegnere dell'agenzia regionale -abbiamo già elevato a rango di percorsi escursionistici. Il nostro obiettivo è arrivare almeno a 2 mila chilometri".

Una rete che, sottolinea il professor Giuseppe Pulina, amministratore di Forestas, "ci permette di intercettare una quota rilevante del flusso di escursionisti che frequentano solo le passeggiate segnalate, nonché parte di quelli che finora sono arrivati in montagna all'avventura".

Escursioni in sicurezza, puntualizza Pulina. "Le nostre mappe (su Sardegnasentieri.it, ndr) vengono aggiornate continuamente. Per questo non stampiamo le cartine: rischiano sempre di essere datate".

I PIONIERI - Nel Supramonte sono stati risistemati 130 chilometri di sentieri dalle foreste di Oliena alle creste calcaree di Dorgali, dall'altopiano di Orgosolo alle gole di Urzulei. È questo il territorio più amato dagli appassionati di trekking e arrampicata, un movimento che richiama nell'Isola non meno di 200 mila persone. "Il turismo ambientale è una voce importantissima dell'economia del nostro comune", dice il sindaco di Dorgali Maria Itria Fancello. Il centro barbaricino, che si apre sul mare nella frazione di Cala Gonone, è in Sardegna tra i pionieri dell'accoglienza di escursionisti e rocciatori tanto che oggi sono una decina le società che organizzano i percorsi di trekking.

CARTA VINCENTE - È la carta del turismo di bassa stagione, un discreto flusso di visitatori che viaggia prevalentemente da ottobre a maggio. "È l'ambiente l'unica ricchezza sulla quale dobbiamo puntare", sottolinea Ennio Arba, primo cittadino di Urzulei. Tra le mete più frequentate il canyon di Gorropu, la grotta di Su Palu, l'oasi di Sa Portiscra. Un territorio sorvolato da rapaci maestosi, punteggiato di antichi pinnetos, abitato da animali selvatici e alberelli aggrappati quasi a testa in giù alle pareti di roccia.

IL BOSCO - Un paesaggio ben più aspro di quello del Gennargentu, ma è da quest'altra latitudine che si possono ammirare gli orizzonti più vasti. Gli escursionisti percorrono i sentieri delle foreste di Desulo, delle vette di Fonni, dei boschi di Tonara. "Un movimento che fa lavorare le nostre strutture ricettive anche in autunno e primavera", spiega Flavia Loche, sindaco di Tonara. È quel turismo delle zone interne che, magari, potrebbe intercettare anche i flussi dei vacanzieri che prendono d'assalto i centri costieri. In paese ci sono tre alberghi, sei ristoranti e due bed and breakfast. "Un'accoglienza tutta calibrata sulla valorizzazione del nostro bosco, del patrimonio naturalistico e ambientale che ha dato da mangiare ai nostri avi e oggi - sottolinea il primo cittadino - è il fondamento della nostra economia".

LE VIGNE - A Neoneli, centro del Barigadu - area dove Forestas ha riesumato vecchi sentieri che s'intersecano col Guilcer e il Mandrolisai - l'amministrazione comunale punta a far crescere il flusso del turismo ambientale valorizzando i vigneti. "È l'elemento caratterizzante del nostro paesaggio, con la vite che cresce in mezzo ai boschi di sughere: una simbiosi unica in Sardegna", spiega il sindaco Salvatore Cau. Lungo i percorsi dell'enoturismo si potrebbero intercettare anche i tanti escursionisti che già visitano questi luoghi, in particolare l'oasi naturalistica di Assai.

LINAS MARGANAI - A Villacidro, nel medio Campidano, i sentieri di Forestas si diramano tra i graniti del Linas, nella foresta di Monti Mannu e lungo i percorsi del fiume che s'impenna nelle cascate di Sa Spendula. "Il nostro è un patrimonio di boschi secolari che puntiamo a far conoscere sempre più anche organizzando iniziative sportive", dice Marco Erbì, assessore all'ambiente. Purtroppo, avvisa il sindaco di Domusnovas Massimiliano Ventura, "manca il coordinamento tra i comuni, la rete grazie alla quale potremmo mettere a punto dei percorsi di più giorni". Il suo è il territorio del Linas Marganai: picchi di granito e calcare, grotte come quella di San Giovanni, foreste millenarie. "È ancora un patrimonio poco valorizzato: la Regione deve impegnare dei fondi. Da soli, altrimenti, non possiamo farcela".

Piera Serusi

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