Oggi si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, con tante iniziative, anche in Sardegna, ispirate dalla necessità di limitare sempre di più gli sprechi in uno scenario climatico sempre più avaro di piogge.

La Giornata coincide con una polemica forte sull’operato di Enas, l’Ente acque della Sardegna, braccio operativo della Regione per la gestione delle dighe. Ad accendere la miccia, due giorni fa, è stato Gavino Zirattu, presidente di Anbi Sardegna, l’Associazione che rappresenta i sette Consorzi di bonifica dell’Isola. La premessa. «Anche se la situazione degli invasi non è più grave come lo era qualche settimana fa, quando i volumi si trovavano ai minimi storici, occorre non abbassare la guardia. Con l’ultimo bollettino di febbraio nel sistema erano presenti 1025 milioni di metri cubi d’acqua, pari a circa il 56.2% del volume utile di regolazione autorizzato. Un incremento di 67 milioni di metri cubi rispetto a gennaio 2024. Un passo in avanti fatto solo ed esclusivamente grazie a Madre Natura», commenta Gavino Zirattu il presidente di Anbi Sardegna, l’associazione che rappresenta e tutela i 7 Consorzi di Bonifica dell’Isola.

La diga su Tirso – Ancora Zirattu: «Non si deve continuare a sperare nelle abbondanti piogge, confidare nella clemenza del meteo, per mettere in sicurezza il lavoro nelle campagne». Tra le varie emergenze sarde, il presidente di Anbi Sardegna ha puntato l’indice verso la diga sul Tirso, dove si è raggiunto il massimo volume “autorizzato” e l’acqua in eccedenza, da giorni, finisce in mare. «Tutto questo mentre il sistema del Flumendosa è in grave sofferenza, con 200 milioni di metri cubi in meno rispetto al 2023. Esistono le infrastrutture necessarie, realizzate decenni fa, per l’interconnessione. Si tratterebbe dunque di riattivare le pompe per dare da bere alle campagne del Sud Sardegna, ma anche per le esigenze prioritarie dell’idropotabile». «Al nuovo Governo regionale non possiamo che chiedere di colmare il ritardo infrastrutturale che la Sardegna patisce da oltre trent’anni», chiude Zirattu, «con la speranza che il comparto finalmente possa ottenere l’attenzione che merita su temi così strategici per il futuro della nostra Regione».

Coldiretti Sardegna – A rincarare la dose sono arrivati il presidente e il direttore di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu e Luca Saba. «Dopo i gravi problemi vissuti dalle aziende agricole, di allevamento e dai cittadini tutti a causa di uno degli inverni meno piovosi mai vissuti in Sardegna, adesso arriva anche la beffa: lo sversamento a mare di alcune dighe sarde. Emblematico è il caso che si sta vivendo nel Campidano, tra la diga del Tirso e il Flumendosa, con la prima che sta sversando acqua a mare per il massimo livello ormai raggiunto e il secondo in deficit idrico ormai da tempo con un livello di 200 milioni di metri cubi in meno rispetto al 2023. Una situazione inaccettabile a cui si deve dire basta».

Il costo degli sprechi – Cualbu e Saba aggiungono: «Agricoltori e allevatori, ma in generale i sardi, vogliono sapere se vale più il bene primario come l’acqua o il costo legato all’energia elettrica, come quella che servirebbe per attivare le pompe nella diga del Tirso dove l’infrastruttura è già presente e potrebbe permettere di alleviare la sete delle nostre campagne nel Sud Sardegna. Coldiretti Sardegna ha presentato ai candidati alle elezioni regionali le sue proposte per una gestione strategica dell’acqua come fonte primaria per lo sviluppo dell’agricoltura. Tutto è in mano alla neo eletta presidente Todde. Ci aspettiamo uno scatto in avanti della Regione, come abbiamo suggerito nel segno della modernizzazione delle reti irrigue per la riduzione delle perdite, per l'interconnessione dei bacini, ma anche per il riutilizzo dei reflui trattati e incentivi per l'adozione di sistemi più moderni».

Ente acque della Sardegna – Enas ha deciso di replicare, premettendo che «noi, pur seguendo con attenzione le problematiche del mondo agricolo, siamo però un ente pubblico e non un’associazione di categoria, quindi, agiamo in forza di disposizioni di legge (spesso rubricate inopinatamente a "cavilli burocratici"), avendo cura di attuare le disposizioni date dall'autorità di bacino, che agisce a tutela dell'intera collettività e secondo le regole date dalla norma, a lettura della quale è necessario soddisfare prioritariamente il fabbisogno ad uso domestico, ed a seguire quelli industriali ed irrigu».

Il costo della bolletta«L'operazione di trasferimento delle risorse idriche dal Tirso al Flumendosa ha un costo di 5.5 milioni di euro circa all’anno, attualmente non presenti nel bilancio di Enas, a meno di utilizzare risorse che sono attualmente stanziate per garantire l'approvvigionamento idrico potabile, soluzione che però non può essere obiettivamente considerata in assenza di garanzie di nuovi finanziamenti».

Nella nota di Enas di legge ancora che «va ricordato anche che, a differenza degli altri soggetti gestori, Enas, per garantire maggiori introiti, non può aumentare le tariffe di vendita dell’acqua grezza, essendo obbligato da una delibera di Giunta regionale ad applicare importi (6 millesimi di euro a metro cubo per il settore agricolo e 2.5 centesimi per quello potabile) assolutamente al di sotto dei costi, pertanto, non sufficienti per sostenere l'approvvigionamento della risorsa e la gestione delle opere del Sistema idrico multisettoriale».

Il silenzio della Regione«Nel corso dei mesi passati, nonostante le numerose segnalazioni effettuate formalmente ed informalmente dal Commissario straordinario agli organi competenti», scrive Enas, «non è arrivata una soluzione in grado di colmare questo disavanzo e di garantire le risorse finanziare necessarie alla gestione del sistema».

«Al fine di avere le necessarie rassicurazioni per ottenere le risorse necessarie, Enas ha già attivato gli opportuni contatti con l'amministrazione regionale entrante che si è insediata solo in data di ieri e che certamente metterà in agenda quanto necessario per la risoluzione del problema».

Un botta e risposta che, oggi, avrà ampia eco nelle varie iniziative dedicate alla Giornata mondiale sull’acqua. E con la presidente della Regione, Alessandra Todde, che avrà il ruolo e il potere di dire la sua.

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata