La Cgil: «Centrali a carbone accese: Sardegna importante se serve all’Italia, snobbata quando chiede diritti»
Il segretario regionale del sindacato, Fausto Durante, critico con il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin dopo le dichiarazioni sulla necessità degli impianti inquinanti «perché c’è la guerra»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Chissà come mai la Sardegna diventa importante quando deve fornire un servizio al resto d’Italia, che sia la quantità di rinnovabili o la garanzia di produzione elettrica da carbone, e sia invece del tutto ignorata quando chiede pari opportunità per colmare i suoi gap strutturali, come dimostra il tergiversare del Governo su metano e dorsale, giusto per stare sul tema energetico mentre tanti altri esempi si potrebbero fare».
È una sprezzante critica quella del segretario regionale della Cgil, Fausto Durante, sulle parole del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che questa mattina dal Festival dell’economia di Trento ha parlato di cautela nello spegnimento delle centrali a carbone della Sardegna: «C’è la guerra in Ucraina», ha detto l’esponente del Governo, quegli impianti – anche se altamente inquinanti – sono l’assicurazione sulla vita del sistema energetico italiano se dovessero esserci incidenti ad altre fonti di approvvigionamento.
«La Sardegna», prosegue Durante, «fa parte di un’Italia che marcia a velocità diverse e il governo nazionale, anziché creare condizioni uguali per tutti, intervenendo con misure adeguate come imporrebbe quel principio di insularità introdotto nella Costituzione, si comporta come se fosse una colonia in cui sfruttare ciò che gli serve infischiandosene, allo stesso tempo, delle devastanti crisi industriali e produttive alle quali lo stesso governo dopo aver promesso grandi soluzioni, non ha dato nessuna risposta».
(Unioneonline/E.Fr.)