In Sardegna, il divario tra i sogni e la realtà quotidiana si fa sempre più drammatico. Una recente analisi Istat dipinge un quadro allarmante: nel 2023, quasi il 70% delle famiglie dell’Isola ha dichiarato di non riuscire a risparmiare, mentre oltre la metà non è in grado di far fronte a spese impreviste. L’economia domestica dei sardi si trova così in una morsa implacabile, stretta tra inflazione, costi energetici proibitivi e una crescente difficoltà a “tirare avanti”.

«La povertà è diventata una costante per le famiglie sarde», sottolinea Mauro Carta, presidente delle Acli Sardegna. «Dal 2020 al 2023, una famiglia media ha perso 2000 euro di reddito a causa dell’inflazione, mentre i costi di energia e cibo sono aumentati in maniera insostenibile. A fine 2023, oltre 439.000 persone vivevano in condizioni economiche precarie: quasi un sardo su tre. È necessario che le forze politiche riflettano sulle radici di questa crisi e agiscano con urgenza».

Secondo i dati, più del 41% delle famiglie vive con difficoltà economiche significative, e appena il 7,5% dichiara di affrontare la propria situazione con serenità. Una condizione di precarietà che non risparmia quasi nessuno: il 35,7% delle famiglie valuta le proprie risorse economiche come scarse o addirittura insufficienti, evidenziando un peggioramento rispetto all’anno precedente.

La Sardegna si trova così a fare i conti con una fragilità sociale sempre più radicata. Le difficoltà quotidiane non solo limitano il presente, ma tolgono anche la possibilità di pianificare un futuro più stabile, trasformando ogni mese in una lotta per la sopravvivenza economica.

Il monito delle Acli richiama l’urgenza di soluzioni strutturali per invertire questa tendenza e offrire un sostegno concreto alle famiglie. «Il rischio, altrimenti, è che la Sardegna continui a sprofondare in un’emergenza sociale sempre più difficile da gestire».

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