Le denunce e gli appelli dei sindaci negli ultimi anni non sono certo mancati. Nell'Isola cresce, anno dopo anno, il numero delle case vuote e, soprattutto nei centri storici dei comuni a più alto tasso di spopolamento, molte sono a rischio crollo.

Secondo l'ultimo rapporto in Sardegna le abitazioni non occupate sarebbero oltre 300mila. Le preoccupazioni maggiori sono soprattutto nei comuni, più o meno piccoli, dell'interno ma riguardano anche i centri più grossi come dimostrano i recenti casi di crolli nel centro storico di Nuoro.

Ci sono comuni come Desulo, oggi 2000 abitanti, con case per 8-10mila persone. Ma il discorso vale per molti altri paesi: da Bitti a Orune fino a Bortigali dove di recente il sindaco Francesco Caggiari ha lanciato un appello alle istituzioni, soprattutto Regione, perché si intervenga. I primi cittadini non hanno strumenti per affrontare questa emergenza e non hanno risorse. A Bortigali, dove negli ultimi anni si sono verificati diversi crolli, il primo cittadino ha dovuto farsi prestare transenne per delimitare le abitazioni più a rischio. I proprietari, quando si trovano, non intervengono e a quel punto, in condizioni di pericolo, dovrebbe toccare ai comuni che però non hanno risorse.

Per Francesco Caggiari servono interventi urgenti: «Non mi sono candidato per finire nel registro degli indagati per omicidio colposo - sostiene il primo cittadino - perché prima o poi ci scappa la tragedia e le vite non si possono ripagare». E quanto possa essere rischioso non intervenire lo dimostra la recente tragedia di Nuoro, con la morte di due adolescenti in un casolare abbandonato.

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